Da mesi Russia e Siria avevano lanciato allarmi sulle possibile provocazioni da parte dei “ribelli”, i quali avrebbero usato armi chimiche nel Ghouta e in altre zone del paese arabo per incolpare Damasco e provocare una reazione da parte dell’Occidente, USA in testa.
Eppure, in questi anni, questi attacchi sono stati smentiti più volte da accademici del Massachusetts Institute of Technology, storici, ex candidati alla Presidenza USA, ex analisti della CIA, noti reporter di guerra. Inoltre, è doveroso ricordare che come ha riferito il 4 gennaio 2016 dall’OPAQ, l’organizzazione per la proibizione e l’uso di armi chimiche, il governo siriano ha distrutto il suo arsenale di suddette armi.
Nel Ghouta orientale, zona rurale nei pressi di Damasco, l’esercito siriano dopo poco più di un mese, ha quasi spazzato via ogni presenza dei gruppi armati appoggiati dall’Occidente e dalle monarchie del Golfo, provvedendo anche all’evacuazioni dei civili, e dei miliziani verso il nord della Siria. Solo nella città di Douma i “ribelli” hanno rifiutato qualsiasi accordo di resa o di riconciliazione con il governo siriano. Nell’immediato, ieri, i “ribelli” hanno colpito con decine di razzi e colpi di mortaio Damasco, provocando la morte di 6 civili e il ferimento di altre 37 persone. Il finale è stato corredato con l’annuncio di un attacco con armi chimiche da parte delle truppe siriane.
Gli allarmi su una provocazione dei gruppi armati era stato lanciato dal Presidente russo, Vladimir Putin appena giovedì scorso: “Abbiamo le prove incontrovertibili che i terroristi in Siria organizzano provocazioni con l’uso di sostanze tossiche”
Il rappresentante permanente della Siria all’ONU, Bashar al Jaafari, ha denunciato in due occasioni, il 1 e 11 marzo scorso, che i “ribelli” preparavano attacchi chimici per incolpare Damasco. Il diplomatico siriano, in un’intervista, dichiarò di aver inviato 140 lettere all’ONU per denunciare il possesso di sostanze chimiche da parte dei gruppi armati.
Nelle varie operazioni militari nel Ghouta, l’esercito siriano ha sequestrato vari laboratori usati dai “ribelli” per produrre armi chimiche. Precisamente il 10, 12, 14, 20 marzo scorso.
La Russia, allo stesso tempo, aveva denunciato lo stesso scenario il 2, 13, 17, marzo scorso.
La macchina propagandistica e purtroppo militare degli Stati Uniti si è immediatamente messa in moto. Vi risparmiamo di riportarvi i virgolettati della retorica ‘dirittoumanitaria’ degli USA.
Ai nostri lettori, come sempre, ribadiamo il nostro intento, ovvero quello non di avere la presunzione di detenere la verità assoluta, vogliamo dare però, nel nostro piccolo, un altro strumento di interpretazione dei fatti.
L’opinione pubblica ha memoria ed è ben consapevole di quanti danni ha provocato e quante menzogne ha prodotto il mainstream con le sue ‘verità assolute’.
La Redazione dell’AntiDiplomatico