Le notizie di oggi (gli “strilli”, in realtà, come si dice in gergo) buttano qualche ettolitro di benzina sul fuoco.

Bellicose dichiarazioni di Trump, di vari esponenti israeliani; approvazioni varie di vari governi europei a sanzioni alla cattivissima Siria, rea dell’ennesimo ipotetico attacco chimico.

Al solito tutti questi strilli (perché qualcuno grida, quando forse sarebbe necessario parlare con voce ferma ma tranquilla) mi disturbano personalmente e immagino lo stesso succeda a chiunque abbia a cuore la questione siriana e la sorte di quella gente.

Così cerco di capire, mentre i faziosi di ogni parte cercano di convincermi che hanno ragione loro e di trarre le loro conclusioni tagliate con l’accetta.

Attacco chimico?

A chi giova? L’esercito siriano ha appena finito di sfollare migliaia di persone da Ghouta Est e sembra aver vinto la battaglia più importante, quella contro le forze che combattono contro il governo vicino a Damasco; questi gruppi (è sempre difficile dargli un nome, dire chi sono, jihadisti? vecchi oppositori passati alla lotta armata? mercenari? infiltrati dei servizi segreti? un mix di tutto questo?) sono particolarmente odiosi perché sparano contro la popolazione civile dei quartieri di Damasco (fatto che l’agenzia Sana documenta con un certo rigore, numeri precisi, foto e che confermano autorità indipendenti, come i religiosi cristiani che hanno attività in quei quartieri, vedasi per es le testimonianze sul sito oraprosiria). Il rappresentante della Russia all’ONU ha dichiarato che gli esperti russi arrivati a Douma non hanno trovato alcuna traccia di residui chimici. Il Segretario Generale dell’ONU ha dichiarato oggi: “La gravità delle recenti accuse richiede un’indagine approfondita che si avvalga di competenze imparziali, indipendenti e professionali. A tale riguardo, ribadisco il mio pieno sostegno all’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (OPCW) e alla sua missione d’inchiesta nell’intraprendere le necessarie indagini su tali accuse.”

Che dice l’OPCW? “Il centro operativo dell’OPCW ha seguito attentamente l’incidente e ha effettuato un’analisi preliminare delle segnalazioni sul presunto uso di armi chimiche subito dopo la loro emissione. La missione d’inchiesta sta raccogliendo ulteriori informazioni da tutte le fonti disponibili per stabilire se siano state utilizzate armi chimiche”.  Stanno salendo velocemente su un aereo a controllare? Hanno chiesto al governo siriano il permesso e il governo ha risposto qualcosa? Per ora non ci risulta.

Per finire: da 48 ore il numero di moti del famoso attacco chimico varia da 40 a 100: esiste un rispetto per i morti? I siriani sono morti “un tanto al chilo”?

Ora un esercito che sta vincendo perché dovrebbe fare qualcosa che metterebbe in serio pericolo la sua vittoria? A quale scuola militare hanno studiato i generali di Assad?

Bombardamenti? 

Ieri “qualcuno” ha bombardato la celeberrima segretissima base siriana chiamata T4. Chi sia questo qualcuno lo precisa un dispaccio della Sana che cita fonti dell’esercito siriano: F15 israeliani hanno sparato missili dallo spazio aereo libanese. Risultato: morti e feriti.

Israele “non conferma e non smentisce”, secondo una prassi consolidata. Qualche giornale israeliano ha buttato là che erano stati gli USA ma è arrivata una secca smentita. L’ONU fa una inchiesta? Ammonisce qualcuno? Qualche potenza occidentale chiama l’ambasciatore israeliano e gli chiede spiegazioni? Al momento non ci risulta. Risulta invece che le incursioni di vario tipo dell’aviazione israeliana in spazi aerei e territoriali non propri siano un’abitudine consolidata e che, dall’inizio della guerra civile le incursioni sono state un centinaio. Non c’era qualche norma internazionale sull’inviolabilità del territorio nazionale?

Due pesi e due misure

E’ evidente che nell’area mediorientale ci sono due pesi e due misure, a seconda si parli di Iran e Siria o di Arabia Saudita e Israele. E stiamo parlando di 4 paesi ben distinti, con numerose differenze tra di loro.

Forse ad analizzare la situazione dal punto di vista delle strategie  delle multinazionali energetiche e produttrici di armi ci si guadagnerebbe qualcosa: sicuramente tra oleodotti e pozzi di petrolio ci sono in ballo interessi parecchio grossi e, certo, i poveri costruttori di armi per venderle hanno bisogno che qualcuno le usi…

Sia come sia sarà anche ingenuo ma io trovo assolutamente necessario chiedere che si smetta di gettare benzina sul fuoco della “guerra mondiale a pezzi” e che ognuno prenda la propria parte di responsabilità: che l’ONU faccia il lavoro di sanzione e verifica senza guardare in faccia nessuno (una bella inchiesta sui palestinesi con una pallottola israeliana in fronte a Gaza, una sulle violazioni della sovranità nazionale siriana da parte di Israele e Turchia, un’altra sullo Yemen, solo per restare in zona); che i governi facciano azioni diplomatiche e di sanzione di chi non rispetta gli accordi internazionali, che i media la smettano di alimentare notizie senza controllo o di evidente propaganda, che ognuno di noi si mobiliti perché la pace (come primo, minimo, stato di non guerra) sia ristabilita in quella come in numerose altre regioni del mondo. Per il semplice diritto di ogni popolo, e del siriano in particolare, a vivere in pace.

Perché a gettar benzina sul fuoco ci si brucia tutti !!