Medici Senza Frontiere (MSF) ha aperto un nuovo ospedale nel cuore del grande campo di Kutupalong-Balukhali, dove hanno trovato riparo circa 700.000 rifugiati Rohingya in Bangladesh. Si trova facilmente perché sorge su una delle tante colline che formano il paesaggio di Cox’s Bazar e per questo è stato chiamato “L’ospedale sulla collina”.

I lavori di costruzione sono cominciati a inizio febbraio e si sono conclusi in soli due mesi, perché bisognava procedere in fretta. Con l’inizio della stagione dei monsoni sarà estremamente difficile garantire l’accesso alle cure mediche nei campi e serviva una struttura semi-permanente per fornire la migliore risposta all’emergenza, scaturita dopo la fuga di massa di Rohingya dalle violenze in Myanmar, iniziata lo scorso 25 agosto.

L’ospedale ha una capacità di 100 posti letto. Ogni edificio è costituito da una struttura metallica montata su una lastra di cemento. Il complesso è dotato di un pronto soccorso, un’unità di terapia intensiva, un laboratorio analisi, reparti per adulti e bambini, un reparto maternità con unità di cura neo-natale, un’unità di isolamento per pazienti con malattie infettive e un centro nutrizionale terapeutico intensivo per bambini gravemente malnutriti; al momento sono pochi, ma potrebbero aumentare durante la stagione dei monsoni.

Nell’ospedale le équipe di MSF saranno in grado di trattare problemi di salute comuni nei campi rifugiati, come infezioni respiratorie e diarree. Potranno trattare casi di emergenza, come vittime di violenza sessuale, pazienti con ferite traumatologiche o difficoltà respiratorie. Quando sarà necessario un intervento chirurgico, i pazienti verranno stabilizzati e poi trasferiti in un ospedale dotato di sala operatoria. L’ospedale offre un’ampia gamma di servizi medici e consulenze anche per la pianificazione familiare.

Nel nuovo ospedale possiamo anche trattare malattie croniche come il diabete, l’ipertensione, la broncopneumopatia cronica ostruttiva e l’asma, che costituiscono la principale causa di morte tra gli adulti”dichiara Francesco Segoni, coordinatore dell’emergenza di MSF a Cox’s Bazar. “È importante per i pazienti con malattie croniche avere accesso all’assistenza sanitaria secondaria, in modo che possano essere ricoverati quando ne hanno bisogno”.

L’ospedale, che si aggiunge ad altre due strutture aperte da MSF alla fine di marzo e all’inizio di aprile per offrire un accesso più ampio all’assistenza medica secondaria nel distretto di Cox’s Bazar, potrà anche gestire epidemie di colera o epatite E, molto comuni durante la stagione delle piogge.       

Con le inondazioni e l’accumulo di acqua stagnante, è più probabile che si diffondano malattie trasmesse attraverso l’acqua o le zanzare per le condizioni di grave sovraffollamento e le pessime condizioni igienico-sanitarie nei campi”aggiunge Francesco Segoni di MSF.

Molte latrine sono state scavate in aree soggette a inondazioni e molti pozzi sono poco profondi; per questo c’è un alto rischio di contaminazione delle acque superficiali. I pozzi scavati da MSF a una profondità di oltre 150 metri, come quello che fornisce acqua all’ospedale sulla collina, non sono sufficienti a soddisfare il bisogno di acqua pulita di tutto il campo.

È possibile sostenere le attività di MSF in Bangladesh su www.msf.it/rohingya, contribuendo all’acquisto di medicazioni d’urgenza e attrezzature per l’ospedale.