David Bazo ha prodotto la colonna sonora del documentario “RBUI, il nostro diritto alla vita”, la cui prima sarà il 12 maggio alle 12.00 nel CC. El Pozo de Madrid, nell’ambito del Forum Umanista Europeo 2018. Artista poliedrico, compositore, produttore, arrangiatore ed esecutore di musica per cantanti, band musicali, New Age, Pop, TV … ci mostra in questo lavoro disinteressato il suo impegno per cause come il reddito base universale e la giustizia sociale.
Puoi parlarci dei pezzi che sentiremo nel documentario?
Certo. In linea di massima, posso dirvi che i pezzi che formano la colonna sonora del documentario sono tutti brani originali che sia io che il regista e produttore del film abbiamo appositamente selezionato per illustrare e dare sfondo ai contenuti. Dato che questo film ha scopo informativo e anche formativo, l’idea che avevamo in mente per un progetto come questo era che la musica non deve sminuire il contenuto o distrarre dal messaggio, per questo si ascoltano brevi estratti che entrano ed escono in maniera dinamica dal filmato. Non volevamo sommergere il lavoro, solo dargli un ambientamento.
Puoi sentire i suoni degli orologi, il concetto di tempo … Che legame hai con il tema del film?
Il passare del tempo come via d’accesso a quelli dei tempi, i cambiamenti nella nostra società e le conseguenze della tecnologia nel mondo del lavoro e della società sono concetti presenti nei diversi discorsi degli oratori, in cui parliamo molto accuratamente di come è il momento Oggi richiede risposte sociali ed economiche che aiutino a modellare la realtà attuale in cui viviamo. Tutti quei suoni dovevano essere referenziati nel filmato. Come altri brani musicali più classici, con coro e voci, per riflettere le parti storiche della storia, i passaggi pianistici più quotidiani ed evocativi, o le parti orchestrali che aiutano a cohexionare l’intero ensemble musicale. Proprio come il linguaggio si articola nelle diverse spiegazioni del film, la musica mira a fare lo stesso quando si tratta di illustrare i contenuti del film.
Conoscevi l’idea del reddito di base universale prima di questa esperienza?
Non solo l’ho conosciuta, ne sono un forte sostenitore ed è per questo che sono stato così interessato a contribuire a dare forma a questo progetto. Voltare le spalle a qualsiasi proposta economica che possa aiutare ad alleviare la disguaglianza sociale che il mondo soffre è disonesto per sé e per gli altri. Attualmente nel mondo 1 persona su 9 non ha niente da mangiare, più di 800 milioni di persone soffrono la carenza di acqua potabile per il consumo di base e l’igiene. È più facile voltare le spalle a queste realtà e non rendersi conto che la disuguaglianza in cui viviamo genera povertà insostenibile e malattie, quando è invece nelle mani di tutti eliminarle o almeno combatterle in modo efficace. Il reddito di base è una delle risposte più intelligenti e valide per combattere l’ineguaglianza e dobbiamo aiutare a diffonderlo e far conoscere la sua fattibilità.
Ognuno ha talento in questa vita… il reddito di base non solo aiuterebbe la creatività delle persone ma la loro crescita personale, la loro espressività e la loro capacità di essere felici.
In questo momento è difficile sopravvivere per gli artisti, pensi che ricevere un reddito di base incondizionato possa aprire possibilità e migliorare la capacità creativa di musicisti come te?
Non solo per gli artisti. Ognuno ha talento in questa vita. Tutti. E non sto parlando di essere un pittore o uno scultore. Il talento di alcuni potrebbe essere la loro dedizione agli altri, la genialità nel rispondere a domande, la ricerca, il volontariato, qualsiasi cosa. La creatività ha una percentuale molto alta di esternazione e un’altra meno alta di ispirazione. Ognuno ha talento in questa vita… il reddito di base non solo aiuterebbe la creatività delle persone ma la loro crescita personale, la loro espressività e la loro capacità di essere felici. E, soprattutto, aiuterebbe ad insegnare il rispetto per gli altri e per le loro possibilità, che possono essere preziose quanto le proprie.
Come vorresti che fossero le cose in futuro? Che cosa potremmo fare per rendere questo futuro realtà?
La vera realtà è che il futuro sarà ciò che creeremo con le nostre azioni. Così come si è cercato di combattere l’effetto serra attraverso proposte come il G20, deve essere messo sul tavolo dei paesi più capaci risposte sociali per alleviare guerre economiche, malattie, la fame e la disuguaglianza sociale. Può essere fatto e deve essere fatto. Questo è il modo in cui vorrei andassero le cose, che tutti fossimo capaci di renderci conto a livello personale di ciò che stiamo sbagliando e fare la nostra parte per migliorare il futuro, per noi stessi, i nostri cari e tutti coloro che ci circondano.
Cosa ne pensi del lancio di questo Forum umanista europeo?
Sono molto ottimista per l’avvio di attività come il Forum umanista europeo. I movimenti sociali hanno sempre più peso nella nostra società. Penso che ci sia una volontà di ascoltare da parte delle classi dirigenti. E ogni volta ci sono più risposte e informazioni disponibili per tutti. Abbiamo fatto grandi passi avanti. Forum come questo sono più grandi ogni anno, con più partecipazione, e che sia così è qualcosa di molto positivo.
Possiamo tutti aiutare perché il cambiamento è possibile
Quali elementi pensi possano unirci per avvicinarci al concetto di una nazione umana universale?
Per iniziare, qualcosa di fondamentale e basico come l’accettazione. Dobbiamo renderci conto che la chiave per vincere la disuguaglianza è essere in grado di condividere le nostre risorse in modo efficace. Un altro elemento chiave è non voltare le spalle alla realtà in cui viviamo, lasciare le nostre bolle e la nostra zona di comfort per vedere la situazione in cui ci troviamo. Aprire gli occhi e vedere che ci sono alternative. Nessuno è felice di vedere che gli altri hanno difficoltà. Quando viaggi, ti rendi conto che la tua realtà può essere molto diversa da quella di milioni di persone. Possiamo tutti aiutare perché il cambiamento è possibile. Soluzioni come la nazione umana universale e il reddito di base, i fondi di cooperazione, ecc. sono risposte che lo dimostrano. Sono delle proposte vincenti. Dobbiamo solo avere il coraggio di scommettere su di loro.
David Bazo ha prodotto la colonna sonora del film documentario “RBUI, il nostro diritto di vivere”. David è un musicista versatile con un background professionale di oltre 25 anni e più di cento esibizioni dal vivo alle sue spalle, sia come solista che collaborando con altre band musicali. Produttore, arrangiatore e interprete musicale per cantanti e band, New Age, Pop, TV e molto altro.
Maggiori informazioni su: www.davidbazo.info
Traduzione dallo spagnolo di Mariapaola Boselli