Patisce ancora le conseguenze delle torture che ha subito in carcere, dove a causa dell’assenza di cure mediche ha anche contratto la tubercolosi, ma da oggi Tadjadine Mahamat Babouri, un blogger del Ciad conosciuto da tutti come Mahadine, potrà iniziare a riprendersi: Ieri sera è stato rilasciato su decisione dell’Alta Corte, dato che la sua detenzione preventiva aveva ecceduto i limiti previsti dalla legge.
Mahadine era stato arrestato il 30 settembre 2016 con le accuse di aver minacciato l’ordine costituzionale, l’integrità territoriale e la sicurezza nazionale e di aver collaborato con un movimento insurrezionalista. Se giudicato colpevole, sarebbe stato condannato all’ergastolo.
In realtà, Mahadine aveva solo pubblicato sul suo profilo Facebook dei video in cui criticava l’assenza di trasparenza del governo nella gestione dei fondi pubblici, in un periodo di grave crisi economica.
Meno di un mese fa, il 19 marzo, le accuse erano state ritirate e sostituite con quella di diffamazione.
Mahadine è stato al centro di un’enorme mobilitazione di Amnesty International, che lo scorso anno nell’ambito della sua campagna “Write for Rights” ha inviato alle autorità ciadiane quasi 700.000 appelli.
La campagna proseguirà fino a quando Mahadine non sarà prosciolto anche dall’ultima accusa. Il processo è previsto il 19 aprile.