Roma, 25 aprile 2018 –“Perché sta vincendo la paura? Perché sta tornando l’estrema destra?” è la prima domanda cui hanno risposto un gruppetto di anziani partigiani, già alle 9 e mezza pronti ad iniziare questo 25 aprile, 73° anniversario della Liberazione d’Italia. La risposta è stata impietosa nei confronti di una sinistra che è lontana dalle sue radici politiche, una sinistra ormai considerata teatro di saltimbanchi da salotto tanto quanto la destra. La condanna si sposta poi sui giovani, incapaci di interessarsi all’attualità, inconsapevoli del passato e della cultura storica e politica italiana, ormai distaccati dall’ideale della resistenza e del sacrificio. Colpa anche delle scuole, che non insegnano agli studenti questi valori e nemmeno insegnano la storia nella sua completezza. Non si parla di antifascismo nelle scuole, non si parla delle montagne dove si nascondevano e lottavano i partigiani.
A conferma però che è sbagliato fare di tutta l’erba un fascio, oggi i giovani erano moltissimi, erano migliaia per le strade della zona Ostiense di Roma a dimostrazione che non tutti hanno scordato la storia Italiana e i valori storici della sinistra. Una scia in festa di attivisti dell’ANPI, di Emergency, di partiti politici tra cui Rifondazione del Partito Comunista e Partito Comunista Italiano, di associazioni sociali e sindacali.
Un lungo corteo in festa che ha visto il suo inizio nel parcheggio del palazzo della Regione Lazio, in via G. Genocchi e che ha attraversato la zona Ostiense fino ad arrivare a Porta San Paolo, ai piedi della meravigliosa piramide. Un percorso che ha attraversato alcuni luoghi che ricordano la violenza della guerra, come il ponte intitolato a Settimia Spizzichino, unica superstite dei rastrellamenti del ghetto ebraico del 1943. Luoghi in cui la battaglia fu vera e cruda, tanto vera però da averci permesso di vivere in un paese libero dalla dittatura.
Presenti al corteo anche varie comunità di Roma, prima tra tutte quella Palestinese, popolo che aspira ad una propria liberazione e che ha sfilato con kefiah e bandiere anche dopo che la Comunità Ebraica ne aveva chiesto l’esclusione dalla manifestazione. Quest’ultima non era presente al corteo, dopo varie polemiche che hanno riguardato anche il Campidoglio ha infatti deciso di non partecipare alla commemorazione. Presente poi anche la comunità sinti, in memoria delle vittime che anche questa comunità ha subito durante la II Guerra Mondiale.
Verso le ore 11:30 il corteo è giunto a destinazione, atteso dalla folla e dai partigiani che lì aspettavano i loro compagni in marcia. Tanti i partigiani che hanno voluto parlare per lasciare una testimonianza e, soprattutto, per spronare le migliaia di persone presenti a non arrendersi, a resistere per gli ideali di libertà, giustizia e uguaglianza per cui in troppi hanno perso la vita e che oggigiorno sembrano essere finiti nei dimenticatoio.
Molto sentito anche il discorso del Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, che ha ricordato l’importanza della Liberazione, della libertà di opinione e di pensiero e dell’unione sociale, mettendo in guardia dalle striscianti ideologie fasciste e di estrema destra; il fascismo è stato vinto, ma le ideologie permangono ancora in molti, ricorda il Presidente della Regione.
Meno apprezzata la Sindaca Raggi, fischiata al suo arrivo e durante il suo discorso; la Sindaca ha voluto ricordare il 25 aprile del ’45, ricordandone l’importanza per Roma e per l’Italia e sottolineando quanto l’unione delle persone fosse stata fondamentale, ricordando che: “c’erano comunisti e c’erano socialisti, c’erano i cattolici e c’erano gli ebrei, e ricordo che la Brigata Ebraica ha combattuto per Liberazione e ha pagato un tributo di sangue. E allora noi una riflessione dobbiamo farla, perché abbiamo lavorato tanto per poter raccogliere quell’eredità e sfilare uniti. Ma come comunità cittadina non siamo stati all’altezza dei nostri predecessori di settant’anni fa.” Evidente il rammarico delle istituzioni della Capitale per la presa di posizione della Comunità Ebraica.
La grande partecipazione al corteo di questa mattina, che ha stupito gli stessi organizzatori, dimostra ancora una volta che la speranza risiede nelle persone. In un momento di vuoto politico e culturale come quello attuale i comuni cittadini hanno colmato quel vuoto, mostrando la parte migliore dell’Italia, quella che Resiste e che marcia unita, unita nell’obiettivo di un mondo senza fascismi.
Qui di seguito il video reportage della manifestazione curato da Jasmina Poddi