Mercoledì 14 marzo, in una storica giornata di azione, oltre un milione di studenti ha lasciato le classi di più di 3.000 scuole in tutti e 50 gli stati e anche fuori dal paese per protestare contro la violenza da armi da fuoco.
A Littleton, Colorado, centinaia di studenti sono usciti dalla Columbine High School—teatro del massacro del 1999, in cui morirono 15 persone. A Madison, Wisconsin, migliaia di studenti hanno lasciato le scuole, marciato fino al palazzo del Campidoglio, invaso la rotonda e scandito “Vogliamo Walker!” fuori dall’ufficio del governatore repubblicano Scott Walker, che si oppone al controllo delle armi.
A Washington, D.C., i manifestanti hanno collocato 14.000 scarpe sul prato del Campidoglio degli Stati Uniti— un paio per ognuno dei 7.000 morti per ferite da armi da fuoco a partire dal massacro della scuola di Sandy Hook nel 2012. Per tutto il Mall, centinaia di studenti della zona del District of Columbia hanno protestato davanti alla Casa Bianca, voltando le spalle all’edificio e restando seduti in silenzio per 17 minuti – un minuto per ogni persona uccisa alla Marjory Stoneman Douglas High School in Florida un mese fa. Reem Arajai, di 16 anni e Simone Hicks di 17 sono intervenuti durante la protesta.
Reem Arajai: “Spero che il presidente si faccia avanti e la smetta di accettare denaro dall’NRA, perché se tutte queste morti non bastano a convincerlo, allora credo che dovrà essere la nostra protesta.“
Simone Hicks: “Se potete proteggere così tanto le armi e non avete la stessa considerazione per le persone che creeranno il vostro paese nel futuro, allora siamo nei guai. I ragazzi sono il futuro. Se non li proteggete, allora cosa rimane?