“E’ sicuramente una buona notizia l’approvazione della riforma dell’ordinamento penitenziario. E’ un passo in avanti su temi delicati come la salute psichica, l’accesso alle misure alternative, la vita interna alle carceri, i rapporti con l’esterno, il sistema disciplinare. Purtroppo alcune norme essenziali sono rimaste al palo, come quelle sui minori o sulla sessualità”. A dirlo è Patrizio Gonnella, presidente di Antigone.
Prima che le regole oggi approvate si trasformino in legge c’è tuttavia ancora da attendere. Devono nuovamente tornare in Senato (che probabilmente sarà quello eletto il 4 marzo) per ulteriori 10 giorni e poi definitivamente essere varate con decreto legislativo dal Governo.
“Dunque – dichiara Gonnella – c’è ancora da fare pressione e da non allentare la tensione poiché, in questa fase post-elettorale, i tempi potrebbero dilatarsi e la delega decadere. C’è infatti tempo fino ad inizio luglio per approvarla”.
“Era il 2013 quando l’Italia fu condannata dalla Corte europea dei diritti umani per le condizioni vergognose di vita nelle carceri italiane. Era sempre il 2013 quando ci fu il messaggio alle Camere dell’allora capo dello Stato Giorgio Napolitano. A cinque anni di distanza potrebbe arrivare la riforma”, dice ancora Gonnella.
“Non ci saranno cambiamenti radicali. Chi urla parlando di svuota-carceri è in malafede, perché non è vero, non si svuota proprio nulla. Chi parla di 41-bis svuotato dice il falso. Il 41-bis non c’entra proprio nulla e non è stato minimamente toccato. E’ una riforma – conclude Patrizio Gonnella – che interviene solo su alcuni aspetti della vita detentiva. Si poteva fare di più, ma è un passo in avanti. Sempre che gli ultimi passaggi legislativi siano portati a termine a breve”.