Abbiamo pubblicato qui la lettera-appello delle mamme No-PFAS, e ora queste determinate mamme si presentano.
La “scoperta” dell’inquinamento da PFAS nelle acque superficiali, sotterranee e potabili nelle province venete di Verona,Vicenza e Padova è avvenuta nel 2013 per merito di uno studio del IRSA-CNR su segnalazione della Comunità Europea anche se la pericolosità di queste sostanze era già nota dagli anni ’70.
Già nel 2006 un medico dell’ISDE , Vincenzo Cordiano, lanciava l’allarme su pericolosi aumenti di patologie negli abitanti della zona,rimanendo purtroppo inascoltato e a volte anche boicottato e deriso.
La notizia fece attivare da subito una serie di associazioni e movimenti,dal circolo “Perla blu di Legambiente di Cologna veneta ai comitati “acqua bene comune di Vicenza,Verona e Padova, ai “GAS” , gruppi di acquisto solidale che si riunirono nel “Coordinamento Acqua libera dai Pfas”.
Si fecero alcuni convegni per diffondere l’allarme invitando isituzioni sanitarie e politiche e coinvolgendo la popolazione. Furono fatte molte richieste tra le quali quelle di mettere dei limiti restrittivi nelle acque ,di cambiare le fonti di approvvigionamento degli acquedotti contaminati e quella di attivare uno screening sanitario sulla popolazione dei territori interessati (2015).
Il primo screening venne fatto sulla popolazione di giovani tra i 14 e i 29 anni. I primi risultati furono oltre le peggiori aspettative:i valori di questi ragazzi superavano di 30-40 volte i limiti di tollerabilità (tra 1,5 a 8 ng/l ) stabiliti dalla OMS. Ragazzi di 14-15 anni con valori di pfas di 80,120,350 ng/ml di sangue.
A questo punto uno sparuto gruppo di 4 mamme iniziò a preoccuparsi di tali risultati e, tramite contatti scolastici ,parrocchiali e di altro genere , in pochi giorni si ritrovarono ad essere in una centinaia e formarono il “Gruppo Mamme no-pfas”. Dopo pochi mesi si ritrovarono in 1500 e iniziarono una lotta che le fece arrivare a chiedere incontri con i sindaci,i responsabili sanitari regionali, il governo regionale e anche diretti con il ministero dell’ambiente e della sanità. Niente e nessuno le ha spaventate, anzi è la loro determinazione a spaventare politici,responsabili sanitari, dirigenti dei Gestori dell’acqua e dell’azienda Miteni,responsabile del disastro. Ora tutti i giornali,le radio e le tv le intervistano . .Servizi di Report, Le Jene, Presa Diretta sono all’ordine del giorno.
Cosa spinge a tanta determinazione? Una domanda che non viene mai posta dai giornalisti e che invece credo abbia una risposta molto semplice ma di un valore elevatissimo:la difesa della prole.
Sembra una banalità in tempi di femminismo, ma l’essenza umana femminile è proprio “LA RIPRODUZIONE DELLA VITA” e qui, in questi luoghi viene messa in forse proprio questa funzione propria e indissolubile della donna. La vita dei figli è il futuro ,è la prosecuzione dell’umanità, della specie, compito che spetta unicamente alle donne e che noi maschi non potremo mai capire fino in fondo. Generare una vita, vederla crescere,cambiare ogni giorno.
L’ avidità ,la stupidità , la miopia di questo sistema che è diventato predatorio e distruttore non solo delle risorse del territorio ma anche della vita dei nostri figli che non vorremmo mai vedere ammalarsi e soprattutto mettere in forse il loro futuro..
Questa è la forza che si è liberata profondo dell’animo di queste persone. Una forza che è generatrice di altre forze , di relazioni, di solidarietà, non distruttiva ma creatrice e capace di riportare chiunque all’essenza delle cose importanti, come la RIGENERAZIONE DELLA VITA.
Una forza che sta mettendo in crisi la potenza della nuova religione occidentale:l’economia del mercato . Nessuno le fermerà, perchè la loro semplicità è disarmante per i potenti chiunque essi siano.
Esiste un legame indissolubile tra l’acqua che è la vita e la donna che rigenera la vita. Sono entrambe femmine. Guai a chi si mette contro di loro.
Per saperne di più:
http://www.arpa.veneto.it/arpav/pagine-generiche/sostanze-perfluoro-alchiliche-pfas
http://www.unipd.it/ilbo/studio-unipd-pfas-inibiscono-attivita-testosterone-