Prendo parte quest’oggi, venerdi’ 30 marzo 2018, alla giornata di digiuno per l’abolizione dell’ergastolo promossa dall’associazione Liberarsi, un’esperienza da molti anni impegnata per i diritti umani di tutti gli esseri umani.
So che un giorno di digiuno non è una gran cosa. Ma se è un gesto condiviso da tante persone, e che si unisce a tanti altri gesti, può forse contribuire ad ottenere che finalmente il Parlamento italiano abolisca l’ergastolo, che e’ una barbarie incompatibile con la dignità umana, con un ordinamento giuridico democratico, con la Costituzione della Repubblica Italiana.
E valga il vero.
L’ergastolo e’ incompatibile con la Costituzione della Repubblica Italiana che prevede che “le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato”: una perpetua segregazione dal resto dell’umanità è evidentemente un trattamento contrario al senso di umanità.
L’ergastolo e’ incompatibile con un ordinamento giuridico democratico, che a tutti gli esseri umani riconosce il diritto ad esistere, a vivere una vita degna ed a migliorare le proprie condizioni di vita: una perpetua segregazione dal resto dell’umanità nega l’umanità delle vittime di tale misura, e quindi nega l’umanità dell’intera umanità.
L’ergastolo e’ incompatibile con la dignità umana, poiché imporre a una persona una perpetua segregazione dal resto dell’umanità equivale ad annientarla nella sua fondamentale struttura relazionale ed a negarne la qualità stessa di persona.
La civiltà comincia con la decisione di non uccidere, di salvare le vite.
Segregare per sempre una persona dal resto dell’umanità è come seppellirla viva: è un crimine ed una tortura; e’ una barbarie incompatibile con ogni valore morale e civile.
Unisco pertanto anche la mia voce all’appello al Parlamento affinché sia finalmente abolita la flagrante barbarie dell’ergastolo.
Peppe Sini, responsabile del “Centro di ricerca per la pace e i diritti umani” di Viterbo