Che cosa penseranno le bambine e i bambini che da lunedì non potranno entrare negli asili nido e nelle scuole dell’infanzia perché i loro genitori non li hanno sottoposti alle dieci vaccinazioni obbligatorie?
E come reagiranno gli altri bambini e bambine che vedranno qualche compagna o compagno improvvisamente sparire dalla classe? Quali spiegazioni potranno dare i genitori ai figli? Che cosa sapranno dire le maestre e i maestri per giustificare le assenze?
Che giudizio dobbiamo dare di una legge che fissa la data del 10 marzo per stabilire chi può entrare in classe e chi deve rimanere a casa? Se bambini e bambine si sono frequentati fino ad oggi a prescindere dallo stato vaccinale, perché mai si dovrebbe interrompere il percorso scolastico pochi mesi prima del consueto termine estivo? Non sarebbe logico che la nuova normativa – qualsiasi opinione si abbia su di essa – entrasse in vigore a partire dall’inizio del prossimo anno scolastico?
Quante tensioni, quante incomprensioni, quanta sofferenza verrà provocata dalla data del 10 marzo, come linea di divisione tra buoni e cattivi, tra ammessi alla socialità ed esclusi? Perché i miei amici vanno al nido e io no? Perché la mia amica non viene più a scuola? Non ti sembrano irresponsabili quei genitori che non vaccinano i figli? Possibile che nessuno sia solidale con i nostri figli discriminati? Com’è possibile che si approvino norme così divisive e con implicazioni palesemente diseducative?
È questa la comunità umana che vogliamo costruire? Quanta stupidità possiamo ancora sopportare?