Il dibattito politico che si è recentemente aperto nella Repubblica Democratica del Congo, paese centrafricano conosciuto per la sua instabilità e le sue miniere di cobalto, mette il tema dello “Ius Soli” sotto una nuovo punto di vista.
La sinistra italiana ne sta facendo una battaglia di «civiltà» tanto da inserirlo tra i quattro punti imprescindibili per un proprio appoggio ad un governo a guida Cinque Stelle.
Ma il concedere in automatico la cittadinanza a dei minorenni incapaci giuricamente può avere dei risvolti inaspettati e probabilmente imponderati.
Le elezioni, più volte rinviate nonostante il mandato presidenziale sia scaduto da anni, si dovrebbero svolgere il prossimo 23 dicembre 2018. Tra i candidati, con ottime chance di successo, c’è Moïse Katumbi.
Chi è il candidato presidente Katumbi
Moïse Katumbi «è ricchissimo, la sua villa è piena di zanne d’avorio, vasi giganti ed enormi dipinti; è proprietario del Mazembe, una delle squadre di calcio più forti dell’Africa e vincitrice di quattro Champions League africane (N.d.R: e avversaria dell’Inter nella finale dell’Intercontinentale nell’anno del Triplete, Youtube, 1); e soprattutto è un politico che ha riunito sotto di sé tutta l’opposizione congolese» (Il Post, 2).
Moïse Katumbi, dal 2007 al 2015, è stato anche presidente della regione del Katanga ed ex numero due del regime guidato dall’attuale presidente Kabila.
Ma la candidatura di Moïse Katumbi oggi ha un problema.
Katumbi è italiano o congolese?
Ieri, un’inchiesta del periodico africano «Jeune Africa» (Jeune Africa, 3) ha svelato che Katumbi – figlio di congolese e d’un italiano – è stato iscritto all’anagrafe di San Vito dei Normanni (BR) e ha acquisito la cittadinanza italiana nel 2000.
Nella Repubblica Democratica del Congo non è ammessa la doppia cittadinanza e chiaramente un cittadino «straniero» non può concorrere alla presidenza del Paese.
Infatti, spiega Jeune Africa: «Car la Constitution de 2006 interdit expressément, dans son article 10, la binationalité: La nationalité congolaise est une et exclusive. Elle ne peut être détenue concurremment avec une autre».
La Repubblica Democratica del Congo, cioè, non ammette la doppia nazionalità.
Conseguentemente, il redattore Olivier Liffran si domanda «En ayant acquis la nationalité italienne, Moïse Katumbi a-t-il de facto perdu sa nationalité congolaise?» ovvero se, avendo acquisito la cittadinanza italiana, Katumbi non abbia perso quella congolese.
La questione avrebbe un ulteriore risvolto estremo: avendo perso di fatto la nazionalità congolese nel 2000, e avendo rinunciato a quella italiana nel 2017, Katumbi sarebbe un «apolide», un «senza Patria»?
Katumbi al momento non ha commentato la notizia.
Tra i sostenitori del candidato, il giurista Michael Tshibangu, tuttavia, replica attaccando il periodico sostenitore «della maggioranza che fanno di tutto per escludere Katumbi perché hanno paura di lui» e sostenendo che si tratta di «una tempesta in una tazza di thè».
Probabilmente, anche per evitare nuove violenze nel dilaniato Paese, la vicenda «anagrafica» di Moïse Katumbi si rivolverà positivamente oppure le opposizioni decideranno di convergere su un candidato «di riserva».
Il caso resta però emblematico per evidenziare un problema che una frettolosa cittadinanza può arrecare allo straniero che, un giorno, da adulto, vorrebbe far ritorno nel proprio Paese d’origine in assenza di normative sulla doppia nazionalità.
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FONTI:
Youtube, 18 dicembre 2010, Inter Milano – Mazembe 3-0
Il Post, 14 maggio 2016
Jeune Africa, 22 marzo 2018