Gli ex bambini soldato della Colombia diventano protagonisti della pacificazione.
Convegno a Torino il 15/3/18 con diretta streaming nel sito www.missionidonbosco.org
La testimonianza di una ex-ragazza soldato delle Farc e dei responsabili del centro di recupero e riabilitazione di Medellin il 15 marzo a Torino-Valdocco su invito di Missioni Don Bosco.
Cinquantadue anni di conflitto hanno lasciato sul terreno oltre 260 mila morti, 45mila desaparecidos e 6,9 milioni di sfollati: è il bilancio della guerra civile tra Governo colombiano e le Fuerzas Armadas Revolucionarias de Colombia (Farc), conclusasi il 24 novembre 2016 con un accordo di pace ratificato a Bogotà il giorno 30 dello stesso mese.
Del processo di pacificazione in corso si darà conto attraverso un particolare angolo visuale al convegno: “Cicatrici di guerra. Matrici di pace”
giovedì 15 marzo alle ore 18,00 a Valdocco, in via Maria Ausiliatrice, n. 32 a Torino Sala Sangalli (parcheggio auto: ingresso da piazza Sassari) organizzato da Missioni Don Bosco.
Interverranno don Rafael Bejarano, direttore di “Ciudad Don Bosco”, centro salesiano di recupero e di riabilitazione nella città di Medellin, Jazmín, ex- ragazza soldato delle Farc accompagnata da Jovana Ruíz, incaricata dell’inserimento lavorativo e dei tirocini, Bruno Desidera, giornalista di AgenSIR specializzato sulla Colombia e Alessia Andena, referente del progetto di Medellin per Missioni Don Bosco.
Presiederà l’incontro Giampietro Pettenon, Presidente di Missioni Don Bosco; modererà Elisabetta Gatto, antropologa di Missioni Don Bosco.
Poiché si tratta dell’unica manifestazione pubblica della delegazione in Italia, il convegno sarà trasmesso in diretta streaming nel sito www.missionidonbosco.org.
A guidare il processo di riconciliazione in Colombia è stato il nuovo presidente Juan Manuel Santos, al quale venne assegnato il Premio Nobel per la Pace nel 2016 sia per premiare sia per consolidare gli sforzi suoi e degli altri attori in campo. Determinante fra gli altri il ruolo della Chiesa cattolica, che – nell’ambito di una inesauribile azione per favorire il dialogo – letteralmente portò al tavolo delle trattative a L’Avana la testimonianza dei civili sopravvissuti alle barbarie per mettere al centro la situazione e le attese della popolazione.
Una delle eredità più pesanti è quella del rientro in un regime di “normalità” dei combattenti più giovani, chiamati dalle Forze rivoluzionarie a imbracciare pistole e fucili fin dall’adolescenza: si stima che le Farc abbiano reclutato tra gli 8 e i 13 mila minori, ragazzi e ragazze. Per molti di loro la scelta di arruolarsi non si può considerare tale: cresciuti in un contesto di emarginazione sociale e di assenza di tutela dei loro diritti fondamentali, non hanno avuto alternative. Le loro storie sono fatte di paura, di crudeltà e di intimidazioni.
Il programma di recupero integrale a Ciudad Don Bosco in 15 anni ha permesso a 1.500 ragazze e ragazzi di età compresa fra i 14 e i 17 anni il reinserimento nella società.
Consigliamo a questo proposito la visione del documentario “Alto el fuego” reperibile nel sito https://www.missionidonbosco.org/video/alto-el-fuego.