Il programma « Discussion avec Correa » è iniziato su RT parlando di imperialismo con il filosofo, politologo e attivista statunitense Noam Chomsky.
In una discussione tanto rilassata quanto profonda nel suo contenuto, Chomsky descrive l’attuale situazione geopolitica e analizza la correlazione dei poteri esistente in varie aree del pianeta.
Una delle prime conclusioni di Chomsky è che « nel sistema internazionale, il potere degli Stati Uniti come entità nazionale è diminuito ». Egli precisa altresì che « sotto il governo di Trump, diventa più debole, meno efficace. Il paese, al suo interno, si sta disintegrando, perdendo l’autorità e il prestigio internazionale di cui godeva un tempo ».
Inoltre, sotto il governo Trump, « gli Stati Uniti si sono separati dal resto del mondo ».
Uno dei molti argomenti trattati durante il programma è quello della retorica bellicista tra Stati Uniti e Corea del Nord che, secondo Chomsky, potrebbe « molto facilmente » diventare una guerra dalle conseguenze imprevedibili.
La proposta di soluzione sostenuta dal politologo è più interessante di questa profezia: « È quella della Cina, che è stata sul tavolo delle proposte per anni ed è stata sostenuta dalla Russia e dalla maggior parte dei paesi », spiega Chomsky, riferendosi a quello che viene definito « il doppio gelo ».
« La Corea del Nord sta congelando lo sviluppo dei suoi missili nucleari e gli Stati Uniti stanno fermando le loro costanti minacce e le manovre militari vicino al confine con la Corea del Nord ».
« Ciò potrebbe generare un clima favorevole ai negoziati, che potrebbero risolvere il conflitto e la crisi in modo sensibile e costruttivo ».
L’influenza decrescente degli Stati Uniti in America latina
« L’epoca in cui gli Stati Uniti potevano rovesciare i governi quando volevano è finita, » afferma Noam Chomsky nella sezione dell’intervista dedicata agli effetti dell’imperialismo in America Latina.
« Possono destabilizzare i governi, ma è molto diverso dall’organizzare un colpo di stato militare come hanno fatto impunemente per anni », spiega.
Per quanto riguarda il Venezuela, Chomsky ammette che « il paese abbia dei problemi molto gravi », ma crede che gli Stati Uniti « non siano in grado di organizzare un colpo di stato o di attaccare il paese ».
Durante la trasmissione, si è dibattutto anche della situazione dell’attivista fondatore di WikiLeaks, Julian Assange, al quale è stato concesso asilo presso l’ambasciata ecuadoriana a Londra (Regno Unito) e di cui Chomsky dice che « tutti sono certi che, se lascerà l’ambasciata, finirà a Guantanamo ».
Traduzione dal francese di Simona Trapani
Fonte in spagnolo :