La seconda seduta del tavolo tecnico per la ripubblicizzazione di Acea Ato2 è stata dedicata all’analisi economica – finanziaria commissionata allo studio Lilia e Merian Research nel 2013 e aggiornata nel 2017. Abbiamo ri-ascoltato ciò che ripetiamo da anni: con la gestione di Acea si è compiuta un’opera di finanziarizzazione dell’acqua, portando negli anni un’azienda (Acea Ato2) ad un indebitamento pari al suo valore… nei confronti di chi? Di Acea madre, che ne possiede oltre il 95%.
L’azienda è infatti solida dal punto di vista dei ricavi, operando in un mercato sicuro e stabile come quello dell’acqua, ma negli ultimi 5 anni oltre il 90% dei suoi utili annui sono stati assorbiti da Acea SpA, costringendo quindi il gestore idrico della capitale a ricorrere a prestiti per fronteggiare investimenti e gestione ordinaria. E da chi sono stati prestati i milioni di euro necessari? Proprio da Acea Spa, ad un tasso pari se non superiore rispetto al mercato. Il paradosso è quindi che in questi anni AceaAto2 ha pagato milioni di interessi sul suo stesso utile. Utile che, se fosse rimasto in azienda, sarebbe servito a fare quelle opere di risanamento che, evidentemente, non sono state fatte viste le perdite della rete idrica che denunciamo da anni, ma che la scorsa estate sono state alla ribalta della cronaca. Questo è il “modello Acea”, e questo quanto prodotto dalle tanto decantate “economie di scala”.
Gli esperti intervenuti hanno invece dimostrato che se Acea Ato2 si staccasse dal “mostro giuridico Acea“, come lo ha definito il Professor Lucarelli, sarebbe in grado di impegnare 150 milioni l’anno in investimenti, senza ricorrere a prestiti esterni, ma anzi ripianando l’attuale debito nell’arco di 15 anni. Il tutto senza ritoccare le tariffe.
Naturalmente non è nei numeri che si possono trovare tutte e subito le risposte, alcune risposte sono e rimangono politiche e amministrative. La prima è quella che poniamo da anni a sindaci e forze politiche: fino a quando è possibile accettare il completo esproprio dell’acqua? Ieri è infatti stato evidente quanto poco gli amministratori locali riescano a sapere, e quindi ad incidere, circa la gestione dell’acqua, pur essendone loro i responsabili nei confronti dei cittadini.
Siamo consapevoli delle difficoltà che accompagnano la scelta della ripubblicizzazione, ed è proprio a sciogliere nodi e dare risposte che serve la competenza dei tecnici seduti al tavolo. Il 26 febbraio ci si incontrerà anche per rispondere alle domande emerse, ma sulle proprie scelte e responsabilità ognuno dovrà rispondere per sé. Il lavoro degli esperti ha però già evidenziato come quella della ripubblicizzazione sia una strada possibile e sostenibile, e necessaria, aggiungiamo noi.
Per continuare a parlare di diritto all’acqua diamo appuntamento venerdì 16 alle 18.00 presso lo spazio Lunfarda del L.O.A. Acrobax (vedi evento fb), per una delle tappe della Carovana dell’Acqua.
Venerdì 16 sarà passato un anno esatto dallo sgombero della nostra sede storica, noi non abbiamo fatto un passo indietro, e invitiamo tutt@ a raggiungerci per farne molti altri avanti!