Si  è svolta il 22 febbraio la conferenza stampa del coordinamento Trieste dice no al rigassificatore.

“E’ ora di finirla con l’incubo, mai disinnescato, della megabomba sul litorale di Trieste”. Così si è espresso Luciano Ferluga davanti alla Prefettura, portavoce del coordinamento che richiama la politica cittadina al problema del rigassificatore, progetto che, nonostante le robuste  manifestazioni del 2012 e 2013 nelle strade della città e in porto vecchio, nonostante la contrarietà di tutti gli enti del territorio, non è ancora stato cassato dal piano strategico nazionale.

C’è la possibilità infatti che venga dato il via alla costruzione in qualunque momento, poiché ci sono tutte le autorizzazioni: e in giugno è stato  emanato anche il decreto d’autorizzazione al gasdotto marino che è funzionale solo alla realizzazione del mostro.

Chiediamo – ha continuto Ferluga -che in extremis  venga convocata dal ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda una
conferenza dei servizi urgente al MiSE.

E’ stata inviata infatti una lettera al ministro Calenda  per decidere la cancellazione dell’autorizzazione unica e la definitiva
rinuncia alla costruzione del mostro, che assassinerebbe il golfo da tutti i punti di vista: naturale, commerciale e turistico. Ciò è in palese
contrasto con gli interessi del porto e con le attività economiche derivanti dai traffici e dalla costruzione di nuove strutture, incentivate dall’attuale autorità portuale con la conduzione di Zeno D’Agostino
È da ricordare inoltre che nella Valutazione sull’impatto ambientale del rigassificatore non è stata tenuta in alcun conto la sussistenza – a Trieste – di un transito nucleare militare e civile, sia navale che a terra; che si aggiunge alla miriade di attività altamente pericolose già esistenti che potrebbe  causare il cosiddetto “effetto domino, ” e alla presenza del sito inquinato d’interesse nazionale.

Sono chiamati a raccolta  tutti gli organismi pubblici di pertinenza, che a suo tempo si erano espressi per un NO globale, i comuni della provincia, le organizzazioni partitiche e  sindacali, le organizzazioni del mondo sloveno, tutte le forze politiche di governo e di opposizione che si siano dichiarate d’accordo a sostenere i giusti timori della popolazione.
Ora i cittadini italiani, sloveni e delle altre comunità residenti vogliono ottenere concretamente il risultato e chiedono ai candidati alla Camera e al Sento che si esprimano  se intendono stare dalla loro parte.. Sulla base del loro impegno il coordinamento trasversale “Trieste  dice
no al rigassificatore”  renderà noto il risultato. Tra tutti i candidati invitati, ha sfidato la bora solo la nota ambientalista Tiziana Cimolino candidata al senato  nella lista Insieme.

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Al Ministro Calenda –  Ministero dello Sviluppo Economico

e p.c.

al Ministro Gian Luca Galletti – Ministero dell’Ambiente,

al Ministro Dario Franceschini – Ministero dei Beni Culturali e Turismo,

al Capo Dipartimento della Protezione Civile dott.Borrelli,

al Primo Ministro Paolo Gentiloni

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Caro Ministro Calenda,

al decreto di compatibilità ambientale del 2009 riguardante il progetto del rigassificatore proposto dalla GasNatural si è aggiunto il 12 giugno 2017 un analogo decreto per il gasdotto marino della Snam che risulta essere funzionale esclusivamente al progetto di Zaule. Queste due ipotizzate strutture sono collocate in siti dove rappresenterebbero un rischio per le popolazioni, un impatto negativo sugli ecosistemi marini e un danno per le attività economiche in forte sviluppo come il porto di Trieste.

È stato recentemente pubblicato, nella sua versione definitiva, il documento relativo alla Strategia Energetica Nazionale che se prevede da una parte un possibile incremento dei traffici di gas naturale liquefatto da stoccare in strutture galleggianti ancorate al largo, d’altra parte dichiara che non è prevista la realizzazione in Italia di altri impianti onshore (come quello di Zaule) o offshore, perché quelli attuali sono già in grado di soddisfare le esigenze del paese.

A suo tempo il MISE aveva dichiarato in documenti ufficiali (risposte a interrogazioni in sede parlamentare) che l’ipotizzato impianto di Zaule non è più ritenuto strategico. Ma questi due elementi non sono sufficienti per rassicurare la popolazione sulla definitiva rinuncia al rigassificatore di Zaule.

Gli amministratori e i parlamentari della nostra Regione hanno già da tempo affermato che i due progetti – la struttura di Zaule e il metanodotto Trieste-Grado-Villesse – minerebbero lo sviluppo economico di Trieste, la sicurezza dei cittadini e la conservazione del nostro ecosistema marino.

In passato la Regione non aveva espresso un parere ufficiale di contrarietà al gasdotto, eludendo la richiesta del Ministero dell’ambiente. Le più volte ripetute manifestazioni della Regione FVG che si giudicavano e giudicano incompatibili i due progetti con i traffici portuali non sono sufficienti per concludere questa decennale vertenza ma i cittadini sono però indotti a credere che il progetto di un rigassificatore a Zaule sia già morto. Un progetto che ha tutte le autorizzazioni ufficiali -nonostante la più volte espressa contrarietà generale del territorio, delle amministrazioni locali e delle forze politiche- e per farlo partire mancherebbe solo l’ultimo passaggio: l’autorizzazione unica in sede di Conferenza dei Servizi nazionale. Altri percorsi non esistono.

Per chiudere definitivamente con l’impianto di rigassificazione di Zaule e, conseguentemente, con il metanodotto Trieste-Grado-Villesse, esiste una sola soluzione: che il Mise di cui Lei è l’illustre rappresentante (seppur pro tempore) convochi la Conferenza dei Servizi decisoria con cui il Ministero esprima, d’intesa con la Regione FVG, la contrarietà alla realizzazione dei due progetti per cancellarli definitivamente dall’agenda riguardante il futuro del territorio triestino, che, invece, ha altri traguardi di sviluppo grazie al grande impegno e la notevole capacità che sta manifestando l’Autorità Portuale nella persona di Zeno D’Agostino.

In attesa di una Sua cortese risposta

Cordiali saluti.

I cittadini di Trieste