Il Rapporto Eurispes 2018 “fotografa” l’italianità in tutte le sue caratteristiche, positive e negative: abitudini, scelte, tendenze che vanno per la maggiore, convinzioni. Fra queste ci sono anche segnali incoraggianti.
Magari sono segnali ancora timidi, sicuramente graduali, ma qualcosa c’è. Il Rapporto Eurispes 2018 indica che nell’acquisto di beni alimentari gli italiani prediligono innanzi tutto i prodotti Made in Italy (74,1%). Molti (53,1%) acquistano spesso prodotti con marchio Dop, Igp, Doc. In oltre la metà dei casi (59,3%) ad essere privilegiati sono i prodotti a km zero e nell’80,4% quelli di stagione. Più basso invece, il numero (39,4%) di chi acquista spesso prodotti biologici.
Il 75,4% dei consumatori controlla l’etichettatura e la provenienza degli alimenti; evita di comperare prodotti nei negozietti etnici (62%) e di marche che non conosce (66,9%). Il 59,9%, inoltre, preferisce non acquistare prodotti contenenti olio di palma. Il 7,6% del campione segue una dieta vegetariana o vegana. In particolare, il 4,6% degli intervistati si dichiara vegetariano (-2,5% rispetto al 2016) mentre i vegani raggiungono il 3% della popolazione (erano l’1%).
Anche la sharing economy è entrata nell’ottica italiana, almeno in qualche sua parte: quasi 2 persone su 10 usano il car sharing, ad esempio. Nell’era della condivisione, il 18,6% degli italiani ha usato il servizio di car sharing (+7,5% rispetto al 2016), il 17,1% ha utilizzato biciclette pubbliche con il servizio di bike sharing (+9%), il 15,4% ha provato il servizio di ride sharing (+5%) e il 14,7% ha condiviso libri tramite la pratica del bookcrossing (+1,7%); solo l’8,4% ha fatto couchsurfing(+3,8%), mentre il 6,2% ha condiviso un ufficio con il coworking (+1,1%).
I cambiamenti climatici fanno paura al 77,5% degli italiani. La larga maggioranza è disposta ad adottare comportamenti di virtuosi per risparmiare energia elettrica e acqua. Ma occorre sottolineare che tra il 2008 e il 2018 i timori dell’opinione pubblica sulla questione dei cambiamenti climatici, pur restando largamente condivisi, sono complessivamente diminuiti: dall’81,5% del 2008 al 77,5% del 2018.
Ridurre i consumi quotidiani al fine di limitare il riscaldamento terrestre è un comportamento da adottare, ma che serve solo se lo fanno in tanti tutti i giorni (è quello che pensa il 41% della popolazione italiana, nel 2008 la pensava così il 34,9% dei cittadini); sono invece convinti che si tratti di una strategia giusta da adottare sempre e comunque il 23% degli italiani (erano il quasi il 40% nel 2008). Un cittadino su 5 pensa al riscaldamento terrestre come un problema troppo grande, che il singolo non può affrontare (+6,7 rispetto al 2008).
Per risparmiare energia elettrica e acqua, si è pronti ad usare meno il riscaldamento durante l’inverno (61,4%) e i condizionatori in estate (70,3%), a diminuire i consumi di acqua (72,6%), a far installare pannelli fotovoltaici (61,6%), ad acquistare lampadine a basso consumo energetico (81,6%), a prendere meno l’automobile privata (61,9%).
Bene, se da oggi stesso tutti mettessero in pratica tendenze, convinzioni e opinioni su sobrietà e decrescita, avremmo già fatto un enorme passo avanti. Che aspettiamo?