I bufali (o meglio le bufale) prosperano negli Stati Uniti malgrado lo sterminio che venne fatto nella conquista del West (che nome appropriato conquista!). Nei giorni passati ha avuto ampia diffusione la “notizia” che la superbomba: è stata diffusa da una miriade di giornali. Prove? Documenti? O mi sbaglio o non ne ho visti. Non so quante persone nel mondo si siano già costruite, o riservato un posto in un rifugio antiatomico, non ho notizie aggiornate ma suppongo che gli affari vadano a gonfie vele, forse più che durante la Guerra Fredda.
Esattamente 30 anni fa, quando erano in voga le “Guerre Stellari” di Reagan, uscì un film parodia “Balle Spaziali” (Spaceballs) prodotto, interpretato e diretto da Mel Brooks (https://it.wikipedia.org/wiki/Balle_spaziali): forse con tutte le notizie catastrofiche che si susseguono sulla minaccia coreana, quella russa e quella cinese (ma nessuno fa caso ai rischi di guerra nucleare fra India e Pakistan) un regista in gamba dovrebbe girarne un altro dal titolo “Balle Nucleari” per cercare di mettere le cose nel verso giusto. Non certo perché la situazione e i pericoli non siano allarmanti, ma per lo meno per cercare di sdrammatizzare: l’ansia sproporzionata è la peggior consigliera.
Vorrei proporre qualche considerazione elementare su questa notizia, come sulle altre che riguardano un attacco bloody nose (naso sanguinante) alla Corea del Nord: per lo meno comportiamoci da persone razionali, piuttosto che essere in balia di (dis)informazioni.
La superbomba russa
Comincio con un punto: Trump si vanta di essere la persona più intelligente del mondo, ma deve ammettere che i russi lo battono di gran lunga! La Russia investe un decimo degli Usa in spesa militare e armamenti (60 miliardi di $ contro 620), gli Usa (da Obama) hanno investito 3 mila miliardi di $ nella modernizzazione delle armi nucleari: se con questo divario abissale la Russia ha realizzato la superbomba, sarebbe meglio che gli Usa licenziassero per manifesta incapacità le migliaia di scienziati impiegati nei laboratori militari! (Se li licenziasse comunque sarebbe tanto di guadagnato per la nostra sicurezza).
Le bufale sono sempre state pane quotidiano dell’intelligence statunitense: remember le terribili armi di distruzione di massa di Saddam Hussein? Da molto tempo la Cia denuncia allarmanti ammodernamenti e progressi della Cina negli armamenti nucleari che si sono puntualmente rivelati infondati. Nel 1993 la CIA stimò che la Corea del Nord avesse separato 12 kg di plutonio e addirittura che potesse aver fabbricato due bombe atomiche: 13 anni in anticipo dal primo test del 2006!
La verità è che, dopo la fine della Guerra Fredda, sono gli Stati Uniti, con le loro smanie di superiorità e di dominio del mondo e le loro paranoie della loro superiorità minacciata, a costituire la minaccia più grave di guerra nucleare!
Il blody nose, e il fury and fire
Vengo alle spavalde minacce di Trump alla Corea del Nord, che ho commentato altre volte in passato. In estrema sintesi (ovviamente pareri miei), un attacco nucleare mi sembra assolutamente impensabile per la contiguità con la Corea del Sud (dove stazionano più di 20.000 soldati USA). Per un attacco convenzionale chirurgico, in primo luogo basterebbe che una testata nucleare sopravvivesse per scatenare il finimondo, mi sembra un rischio inaccettabile. Inoltre si tenga conto che Pyongyang ha una potentissima artiglieria (anche se vecchia, ma si muore sotto una bomba vecchia come sotto una nuova) e Seul è a 50 km dal confine; è vero che questa la componente a lunga gittata di questa artiglieria è limitata, ma ci sono altre città sudcoreane più vicine con 1 milione di abitanti.
Insomma, rimango convinto che, per quanto Trump faccia la voce grossa, l’opzione militare sia molto problematica e sottoporrebbe a troppi rischi (segnalo per esempio l’articolo seguente del 28 dicembre, anche se non condivido varie considerazioni “Trump Is Bluffing About Attacking North Korea in 2018”, https://foreignpolicy.com/2017/12/28/trump-is-bluffing-about-attacking-north-korea-in-2018/).
La verità è che gli Stati Uniti sono sotto scacco! Kim Jon-un non è il pazzo che ci presentano, segue una linea lucida: forse è stata proprio la politica di minacce e coercizione che è il solo linguaggio che gli Stati Uniti conoscono a guidare le sue scelte. La responsabilità di avere esasperato la situazione a questo punto è in massima parte di Washington. Ora le gradassate non eliminano il problema, anzi essendo in gioco la guerra nucleare aumentano enormemente i pericoli di un gesto inconsulto fatale.
Il complesso del bottone
Anche questo ricorda un vecchio film, di tutt’altro genere del 1962, “La Guerra dei Bottoni” (https://it.wikipedia.org/wiki/La_guerra_dei_bottoni; ma la locandina del film è molto evocativa, https://it.wikipedia.org/wiki/La_guerra_dei_bottoni). E il fiero confronto verbale ricorda una barzelletta sui carabinieri: “Appuntato chiami l’ascensore”, l’agente grida a voce, “Ma no, spinga il bottone”, e l’agente preme un bottone della giacca. Se non si trattasse di un attacco nucleare saremmo a questi livelli.
Non esiste un bottone per dare il via al lancio dei missili nucleari. In estrema sintesi la procedura è la seguente (“How a nuclear attack order is carried out now”, https://thebulletin.org/how-nuclear-attack-order-carried-out-now11455): la cosiddetta “valigetta” presidenziale (chiama foorball) che sta sempre vicina al Presidente contiene diverse opzioni per un attacco nucleare; il Presidente ha una tessera (biscuit) con un codice che cambia di continuo e dovrebbe essere autenticato;il Presidente dovrebbe chiamare il Comando Centrale del Pentagono (War Rom), leggere il codice per confermare che è il Presidente, e specificare quale opzione vuole; il Comando Centrale invierebbe un ordine criptato ai piloti dei bombardieri, agli addetti nei siti di lancio dei missili a terra (ICBM) e ai comandanti dei sommergibili nucleari.
Vi sono forti preoccupazioni per questo potere del Presidente, una proposta che è stata avanzata è esposta nel seguente articolo (indubbiamente può lasciare comunque insoddisfatti): “How to limit presidential authority to order the use of nuclear weapons”, https://thebulletin.org/how-limit-presidential-authority-order-use-nuclear-weapons11454.
In ogni caso, lasciamo i bufali nelle praterie, e i bottoni negli abiti! E le armi nucleari al loro posto, finché non riusciremo a imporne l’eliminazione.