BRUXELLES – La commissione energia del Parlamento europeo, durante le votazioni sulla riforma del mercato energetico, ha proposto alcune restrizioni alle controverse sovvenzioni per le grandi aziende energetiche. In particolare il cosiddetto “capacity mechanism” – sussidi alle centrali fossili per rimanere in standby – sarà consentito solo come “ultima risorsa” e rigorosamente regolamentato.
«Oggi il buon senso ha vinto sulla lobby fossile. Mentre molti governi stanno cercando di sostenere con enormi sussidi le compagnie energetiche obsolete e ormai al fallimento, il Parlamento europeo riconosce l’importanza delle rinnovabili affermando che il denaro dei contribuenti non può più essere speso per vecchie e inquinanti centrali a carbone, gas o nucleare», dichiarato Luca Iacoboni, responsabile energia e clima di Greenpeace Italia. «La riforma energetica in discussione a Bruxelles deve rappresentare un investimento per il futuro dei cittadini: quelli che lo desiderano, e sono milioni, devono poter produrre la propria energia».
Riguardo al capacity mechanism, il voto odierno sostiene la proposta della Commissione Europea di fermare entro il 2025 gli incentivi alle centrali in stand-by che emettono oltre 550 g di anidride carbonica per kilowattora. In generale, se confermata al termine dei negoziati, la decisione odierna imporrebbe ai Paesi come l’Italia che già prevedono l’adozione di questo sistema, di rivedere i propri piani di incentivi alle fonti fossili. La commissione parlamentare ha richiesto infatti una valutazione a livello europeo della domanda e dell’offerta di energia: in caso di problemi legati alla sicurezza energetica i Paesi dovranno ricorrere in prima battuta ad un aumento dell’utilizzo di energie rinnovabili, efficienza energetica e interconnessioni.
La commissione energia del Parlamento Europeo ha sostenuto anche un’altra proposta della Commissione europea, rigettata invece dal Consiglio degli Stati Membri, che mira a favorire i cittadini che vogliono produrre in casa la propria energia. Si prevede infatti la priorità di dispacciamento per l’energia prodotta da piccoli impianti rinnovabili, che avranno la precedenza in rete rispetto a quella prodotta da carbone o nucleare.
Il voto odierno è solamente un passaggio all’interno dei negoziati che riguardano il cosiddetto “Winter package”, un insieme di misure che deciderà il futuro energetico dei cittadini europei fino al 2030. Dopo la positiva posizione espressa oggi dalla commissione energia, inizierà nelle prossime settimane il “trilogo”, un negoziato tra Consiglio, Commissione e Parlamento Europeo che dovrebbe portare all’approvazione finale del provvedimento entro l’anno.