Da cinque giorni si susseguono i bombardamenti dell’aviazione turca ai danni della popolazione di Afrin. L’operazione turca «Ramoscello d’Ulivo» è entrata nel vivo e le notizie che arrivano dalla regione sono poche: il profilo twitter del Centro di informazione di Afrin è tornato attivo dopo due giorni di blackout. Significativi i tweets che aveva pubblicato giorni addietro: «In sei giorni di operazioni turche [nella regione] le proprietà delle popolazioni nei villaggi vicini ad Afrin sono state distrutte. Monumenti storici, che rappresentavano l’antica civilizzazione delle popolazioni che abitarono nella zona, sono stati colpiti militarmente».
ANHA News Agency: in six days of Turkish operations, people’s properties, in the villages near the border of Afrin with Turkey, have been damaged. Historic monuments, which represent the old civilization of the people who inhabited Afrin, have been targeted. pic.twitter.com/CSJ5SJYISB
— IC Afrinresistance (@ICafrinresist) 25 gennaio 2018
Dopo giorni di bombardamenti e notizie quasi del tutto assenti, oggi sono tornate a farsi sentire le brigate del YPG che, in un comunicato ufficiale, hanno dichiarato come Afrin «sarà il Vietnam della Turchia e di Erdogan».
«Pochi giorni fa – si legge nel comunicato – l’esercito turco ha attraversato il confine siriano al fine di lanciare un attacco nella regione di Afrin. Il regime bipartitico turco AKP-MHP accusa pesantemente il PYD di collaborazionismo col terrorismo, mentre invece in Rojava tutti i partiti politici sono legali e non c’è un solo prigioniero politico (quanti ce ne sono nelle carceri turche?)
L’alleanza tra AKP-MHP accusa gravemente anche il YPG di combattere assieme a Daesh (!) mentre lo stato Turco ha evidentemente sempre sostenuto Daesh contro il YPG. Le accuse turche sono posticce e mostrano il loro intento reale: prevenire che nasca qualsiasi forma di democrazia per i popoli della Siria, distruggendo ogni forma di autonomia e indipendenza per il popolo curdo e controllando la regione attraverso le bande reazionarie che sponsorizzano.
YPG continuerà a lottare per la rivoluzione nella difesa di TUTTI i suoi nemici. Questo è il motivo per cui alcuni dei nostri compagni si sono recati nella regione di Afrin per fermare l’aggressione turca, mentre gli altri decidono di continuare la lotta contro Daesh sul fronte meridionale. Erdogan ha commesso un terribile errore: la Resistenza delle brigate YPG/YPJ continuerà fino a quando non ci sarà più un soldato turco sul suolo siriano.
Sarà il loro Vietnam: Afrin sarà la tomba del regime turco governato dall’AKP-MHP. Non passeranno!»