Sono almeno 61 le scuole a rischio nella West Bank e a Gerusalemme Est, mentre aumentano gli attacchi all’istruzione

 

Le agenzie umanitarie di soccorso Azione contro la Fame, Norwegian Refugee Council e Save the Children hanno avvertito ieri che una scuola elementare palestinese, costruita con fondi di donatori europei, potrebbe essere demolita nei prossimi giorni da parte delle autorità israeliane, dopo che l’Alta Corte di Giustizia israeliana ha respinto una petizione per salvaguardarla.

La scuola è l’unica al servizio della comunità beduina di Al Muntar, alla periferia di Gerusalemme Est nell’Area C della West Bank, che ha già subito sfollamenti e distruzione di proprietà in passato. La scuola rischia di essere demolita dal 1 ° febbraio in poi, quando scade un’ingiunzione che la protegge dalla demolizione. Al momento 33 alunni di età compresa tra i 5 e gli 11 anni frequentano la scuola elementare, ma era stato pensato un ampliamento per ospitare oltre 70 alunni quest’anno.

Questa ultima minaccia di demolizione arriva mentre le ultime cifre raccolte dalle agenzie umanitarie rivelano che ci sono 61 scuole nella West Bank, compresa Gerusalemme Est, in attesa di demolizione o che hanno ricevuto ordine di fermare i lavori da parte delle autorità israeliane[1].

Se la scuola di Al Muntar viene demolita, molti dei bambini potrebbero essere costretti ad abbandonare del tutto l’istruzione, dal momento che tutte le altre scuole sono a diversi chilometri di distanza e accessibili solo a piedi o con l’asino, oltre un insediamento israeliano. L’Alta Corte di Giustizia Israeliana ha stabilito che la scuola era un tentativo di creare facts on the ground, nonostante il suo fondamentale servizio di base alla comunità.

“Gli attacchi contro le scuole della West Bank sono uno dei tanti elementi che spingono i palestinesi fuori dalle loro terre per far spazio all’espansione degli insediamenti israeliani,” ha affermato la direttrice del Norwegian Refugee Council in Palestina, Kate O’Rourke.

Queste scuole sono necessarie per assicurare ai bambini palestinesi il diritto fondamentale all’istruzione. Il direttore Paese di Azione contro la Fame, Gonzalo Codina, ha aggiunto: “Le attuali scuole palestinesi sono sovraccariche, e le autorità israeliane non rilasciano alle comunità palestinesi come quella di Al Muntar i permessi di costruzione necessari. Ora che una scuola finanziata da donatori rischia di nuovo di essere demolita, dobbiamo chiederci: dov’è che questi bambini possono studiare in sicurezza?”

In tutta la West Bank, sono state documentate innumerevoli minacce a cui i bambini palestinesi sono soggetti nel semplice tentativo di raggiungere la scuola e godere del loro diritto fondamentale all’istruzione. Nel 2016, ci sono state 256 violazioni relative all’istruzione, che hanno interessato 29.230 studenti in tutto il territorio palestinese occupato[2].

Queste minacce includono: minacce di violenza e molestie da parte di coloni o soldati israeliani durante il viaggio a scuola, attività militari all’interno o intorno alla scuola, militari o agenti di polizia che arrestano e trattengono i bambini dalle loro classi, tempo perso a causa della vicinanza ad un’area militare o zona di combattimento, ritardi per attraversare i checkpoint, minacce di distruzione e demolizione delle scuole e ordini di stop ai lavori.

La direttrice Paese di Save the Children, Jennifer Moorehead, ha dichiarato: “Il diritto fondamentale dei bambini all’istruzione è sotto una crescente minaccia. La scuola di Al Muntar, una comunità molto remota e vulnerabile, ha permesso ai bambini e soprattutto alle ragazze di frequentare la scuola per la prima volta. Ora i bambini di cinque anni vedranno il loro futuro disgregarsi davanti ai loro occhi. Questi spazi sicuri per i bambini devono essere protetti e non distrutti. A livello globale vediamo sempre più governi che aderiscono alla Safe Schools Declaration, tuttavia le scuole palestinesi stanno affrontando sempre maggiori minacce. Chiediamo con urgenza alla comunità internazionale di aumentare la pressione diplomatica sul governo israeliano per proteggere il diritto all’istruzione dei bambini palestinesi e per prevenire la demolizione e il sequestro delle infrastrutture scolastiche.”

Le agenzie hanno affermato che tali demolizioni sono in violazione del diritto internazionale umanitario[3]  e del diritto basilare dei bambini all’istruzione, e che minano direttamente la fornitura di aiuti da parte della comunità internazionale alla popolazione palestinese occupata, per garantire che i bambini possano apprendere luoghi sicuri.

Azione contro la Fame è un’organizzazione umanitaria internazionale che combatte le cause e le conseguenze della malnutrizione in 50 Paesi del mondo. Da quasi 40 anni salviamo la vita dei bambini malnutriti, garantiamo alle loro famiglie accesso all’acqua potabile, cibo, istruzione e assistenza sanitaria di base.

Per maggiori informazioni e interviste con i portavoce contattare:

Gemma Ghiglia – gghiglia@azionecontrolafame.it – 0283626111

Note

[1] Queste cifre sono state raccolte dai membri del cluster di istruzione, tra cui il Norwegian Refugee Council e Save the Children

2 Bollettino annuale sui bambini e i conflitti armati: https://www.unicef.org/oPt/Annual_CAAC_Bulletin_2016_FINAL_22Dec2017.pdf
3 La distruzione di proprietà nel territorio occupato è vietata dal diritto umanitario internazionale meno che non sia assolutamente necessario per operazioni militari. Vedihttps://www.ochaopt.org/theme/destruction-of-property