Tra 124 ong italiane osservate, che realizzano progetti solidali in Africa, l’80% usa foto di bambini per il fundraising, l’80% di cui sono immagini inappropriate, cioè in contrasto con la legge poiché violano la privacy dei minori. È quanto è emerso dalla ricerca realizzata da Esoh Elame, docente universitario e vicepresidente della Rete delle diaspore nere africane in Italia (Redani) a conclusione della campagna ‘Anche le immagini uccidono’.
La campagna ha voluto sensibilizzare le associazioni solidali, ma anche media e istituzioni, sull’importanza di costruire un immaginario collettivo sull’Africa più corretto e positivo.
Non da sottovalutare ad esempio che la quasi totalità delle ong analizzate da Elame (circa il 90%) sceglie foto stereotipate, che rappresentano l’Africa attraverso fame, sporcizia, povertà, malattie.
Questo favorisce una visione ancora fondata “sull’altro” e “la razza” che non aiuterebbe a migliorare il rapporto con le società africane, e che soprattutto vanno nella direzione opposta a quell’aiuto allo sviluppo che le ong si prefissano di dare, come conclude il docente.
“Tristezza, rabbia e malattia sono gli elementi principe non solo nel marketing ma anche nei convegni – aggiunge Francesco Florenzano, presidente Upter-Università Popolare Terza Età di Roma – quando invece lo sviluppo andrebbe promosso anche a partire dal modo in cui lo presentiamo”.