Attivisti con una lunga storia di iniziative in comune, giovani scout, persone che incontrandosi per la prima volta hanno provato un senso di vicinanza e di unione hanno animato l’incontro che si è tenuto sabato 20 gennaio nell’accogliente spazio di ekoné bar&shop a Luino. Un pomeriggio all’insegna del calore, della musica e della condivisione, da cui tutti sono usciti con più forza e speranza nel loro tentativo di “illuminare l’oscurità”, come diceva il titolo dell’incontro.
Erica Sai di ekoné ha dato il via ricordando l’importanza del fare rete e trovare forme di aiuto reciproco tra chi si occupa di informazione e le realtà attive nei territori, in questo caso nel campo dell’arte e dell’impegno ambientale.
Anna Polo, della redazione italiana di Pressenza, ha ricordato il quotidiano lavoro di ricerca delle tante luci, grandi e piccole, che illuminano questo momento oscuro e che trovano spazio nel sito dell’agenzia stampa Ha poi sottolineato come il proposito di “fare rete” non sia solo una questione pratica e organizzativa, ma permetta anche di conoscere e mettere in contatto tra loro persone stupende, coraggiose e profonde, come quelle presenti a tutti gli incontri organizzati negli ultimi mesi per presentare il libro “Diritti all’informazione”. Fare rete significa così costruire ponti umani che attraversano tutto il mondo e si moltiplicano a ogni passo.
Il musicista Valentin Mufila ha coinvolto tutti i presenti in una serie di trascinanti canzoni africane che parlano di speranza, fiducia nel futuro e amicizia e ha raccontato insieme a Thierry Dieng, direttore della cooperativa Ballafon, l’emozionante percorso che ha portato alla creazione del musical “Siamo tutti sulla stessa barca”. L’intento, hanno spiegato, era duplice: da una parte canalizzare nell’arte l’energia dei ragazzi africani soli e reduci da esperienze traumatiche di cui si occupa la cooperativa, dall’altra aiutare gli italiani a capire perché in tanti lasciano il loro paese per venire qui. E tutto questo usando la musica come un linguaggio universale, puntando a far cadere il muro della diffidenza e dell’indifferenza.
E ai muri che si innalzano e alle frontiere che si chiudono Gianfranco Malagola, di GIM Terre di Lago e del Progetto Equostop ha contrapposto la volontà di “aprire le portiere” che sta alla base di questa sperimentazione innovativa, per ora unica in Italia: rispondere ai problemi globali del clima e della mobilità coinvolgendo la comunità, condividendo un bene che tutti hanno e usano – l’auto – garantendo che la gente possa muoversi, ma in modo sostenibile, riducendo le emissioni e il numero di macchine in circolazione e creando nuove relazioni. Prossimo passo per pubblicizzare Equostop saranno gli Equoday, flash mob che verranno organizzati la domenica pomeriggio con molta gente che farà l’autostop sulla Luino-Laveno.
L’incontro si è concluso con un ottimo aperitivo preparato da ekonè, chiaccherate e nuovi progetti nati intorno ai tavolini del locale.