Lo scorso 19 dicembre il Governo di Mauricio Macri ha infine approvato la contestatissima riforma delle pensioni: 127 deputati hanno votato a favore, 117 contro. Una riforma passata anche grazie all’appoggio di alcuni parlamentari peronisti in teoria rappresentanti dell’opposizione.
In Argentina si sono vissuti momenti di alta tensione nelle ultime settimane che hanno finito col determinare violenti scontri tra le forze dell’ordine e la popolazione. Migliaia di manifestanti sono scesi in piazza per dire no alla cosiddetta “reforma previsional” fortemente voluta dal presidente Macri che comporta una modifica dell’aumento semestrale legato all’inflazione riducendo così il valore delle pensioni.
A chi conosce la realtà socio-politica del Paese sembra evidente come le politiche liberiste di Macri degli ultimi anni stiano perennemente e sistematicamente calpestando i diritti della gente e come d’altro canto il presidente non esiti affatto nel portare avanti la sua governance facendo ricorso alla violenza e alla repressione dei suoi compatrioti.
Il malcontento della popolazione è crescente così come la forma di sopruso e di violazione dei diritti in un Paese che mantiene ancora ben vivo il ricordo degli anni bui della dittatura e che ahimè vede adesso riproporre da parte di chi governa delle modalità di soppressione e di oppressione tipiche di quell’epoca.
Basta raccogliere i pareri delle gente per strada o, spingendosi più in profondità, basta interloquire con le organizzazioni e le associazioni di diritti umani (anche internazionali) e leggere i loro rapporti annuali per trovare conferme sul fatto che il programma neoliberista di Macri miri chiaramente al dominio del capitale a scapito delle fasce deboli della popolazione e a scapito della democrazia reale.
Qui di seguito un toccante fotoreportage realizzato a Buenos Aires dalla fotografa Maria Jose Malvares durante le mobilitazioni contro la riforma delle pensioni del 15 dicembre scorso