Lo scorso 25 novembre 2017, ha avuto luogo a Roma la manifestazione nazionale organizzata dall’associazione Non Una Di Meno contro la violenza maschile sulle donne e la violenza di genere.
Dalla partenza del corteo a piazza della Repubblica fino a piazza San Giovanni si è respirato un clima di gioia e di condivisione. Migliaia e migliaia di donne e uomini sono arrivati nella capitale con pullman partiti da tutta Italia. Studenti provenienti da vari atenei giunti in capitale per sostenere questa causa.
Inoltre hanno partecipato alla mobilitazione anche tantissime cooperative e tanti uomini sensibili a questo tema. Numerose anche le famiglie con figli a ribadire l’importanza di mostra l’esempio e educare al rispetto le nuove generazioni nella speranza che, nel futuro non debbano mai più scendere in piazza per rivendicare dei diritti “scontati” di cui dovremmo godere e non che dovremmo guadagnarci.
Tantissimi i cartelloni inneggianti all’amore, significativi in questa società improntata sull’individualismo che però vede una fetta della popolazione desiderosa di condividere e di creare luoghi sicuri, sinceri, amorevole dove vivere e poter crescere serenamente.
Ma il corteo nazionale non è stato sono una sfilata fine a se stessa. Si è scesi in piazza con un vero Piano contro la violenza maschile e la violenza di genere precedentemente presentato dal movimento Non una di meno alla Casa internazionale delle donne di Roma il 21 novembre.
Un piano fatto da gente comune che esige una nuova maniera di educare e di sensibilizzare. Che le scuole e le università possano davvero divenire i primi i luoghi dove formare e combattere la violenza di genere. Che si possa investire sulla cultura in primis.
Un piano che riguarda e che tocca temi differenti tra i quali l’interruzione di gravidanza (garantita solo dal 65,5% degli ospedali), l’abolizione della rettificazione neonatale e la ridefinizione dei percorsi di transizione. Inoltre approfondisce argomenti concernenti il lavoro contemporaneo, la garanzia di un salario minimo europeo per contrastare il gender pay gap, il dumping salariale ed ancora le politiche di maternità e genitorialità condivisa che mirano a definire delle linee guida per una narrazione non sessista. Vengono anche trattati altre problematiche come lo ius soli e il permesso di soggiorno, la violenza contro l’ambiente, contro lo sfruttamento neoliberale,
In breve, si tratta di un vero e proprio piano politico che affronta numerose questioni fondamentali per la costruzione di un mondo sano e nonviolento.
In quest’epoca che sminuisce così tanto i valori e l’etica è essenziale sensibilizzare la gente e scuoterla.
E’ importante far comprendere che ciò che si urlava in piazza sabato 25 novembre, ciò per cui si ballava, si cantava e ci si abbracciava non sono esclusivamente i diritti delle donne ma tout court diritti umani.