Il presidente Emiliano in una recente dichiarazione in Campania ha detto che in Albania ha incontrato il primo ministro albanese Edi Rama e Tony Blair (ex premier inglese attualmente consulente della multinazionale TAP) e, in risposta ai “timori” di Blair sui dissensi dei salentini sul TAP, ha sostenuto che sarebbe “un’ottima compensazione ambientale se accanto ai tubi TAP partissero tubi di acqua potabile dall’Albania, che ne ha tanta e ha bisogno di venderla [SIC!], per sopperire alla mancanza d’acqua pugliese”. E non sembrerebbe neanche un’idea “buttata lì” visto che il Presidente ha dichiarato alla stampa che “la Regione ci sta già lavorando con SNAM e AQP”. Inoltre, nell’ottica di un progetto così impegnativo, vorrebbe la Regione Campania nel capitale di AQP.
Ma a che gioco sta giocando, Presidente?
Troviamo che le Sue affermazioni abbiano raggiunto livelli paradossali che non avremmo mai immaginato.
Alcuni punti salienti:
1) “Compensazione ambientale”. Questo significa ammettere che il TAP genererà danni ambientali! E, dunque, per “compensare” i danni ambientali li raddoppiamo! Che idea geniale! Se non l’avessimo letto sulla stampa (ansa compresa) avremmo pensato a una fake news!
2) Carenza idrica. Il problema non si risolve andando a prendere l’acqua dall’altra parte dell’adriatico – cosa che necessiterebbe di abbondante energia con costi economici e ambientali straordinari – ma armonizzando i bisogni dei cittadini e la disponibilità della risorsa, attraverso una seria politica di gestione idrica. Quindi, fra le altre cose, bisognerebbe mettere seriamente mano alle perdite, al recupero dell’acqua depurata in agricoltura (anziché sprecarla buttandola a mare), a una gestione seria dei depuratori (diversi dei quali, occorre ricordare, sono sotto sequestro con amministratori unici e dirigenti indagati per reati ambientali!). E, soprattutto, dovrebbero essere preservate dall’inquinamento le riserve idriche già esistenti, compito che oggi viene disatteso in situazioni come il lago del Pertusillo, sottoposto alla pressione dei (troppo) vicini impianti di estrazione e lavorazione del petrolio o la falda idrica salentina a rischio da percolati di discariche (e non solo abusive). A chi giova permettere che le nostre risorse vengano rese inutilizzabili da negligenze e speculazioni, per poi rendersi dipendenti da un aleatorio approvvigionamento dall’estero e dalla vulnerabilità di impianti faraonici e sofisticati? Certamente non giova ai cittadini pugliesi. Sicuramente giova alle lobbies rappresentate da MR Blair.
Inaccettabile, poi, la constatazione che l’Albania ha bisogno di VENDERE L’ACQUA (!): un bene primario come l’acqua viene ridotto a MERCE: questo è semplicemente ripugnante.
3) Gestione efficace ed efficiente. Un acquedotto, anche un grande acquedotto come quello pugliese, può essere gestito in modo sano se se rispetta la sua finalità di fornire un servizio ai cittadini e, quindi, assume la forma giuridica di ente di diritto pubblico, come l’Azienda Speciale che esclude lo scopo di lucro e garantisce trasparenza e controllo sociale. Lo dimostrano, in negativo, le esperienze antidemocratiche delle grandi aziende dell’acqua che speculano su una risorsa vitale dichiarata dall’ONU “diritto umano universale”.
4) Convergenze di interesse. Tutto ciò nasce da una rassicurazione a un lobbista. Non comprendiamo come mai il Presidente della nostra Regione si senta così tanto in dovere di rassicurare i grandi investitori e invece si rifiuti ostinatamente di interloquire con i cittadini e dare corso alla volontà popolare espressa attraverso il referendum del 2011 e concretizzabile nella ripubblicizzazione dell’acquedotto pugliese, cosa più che fattibile così come dimostrato magistralmente dal Prof. Alberto Lucarelli durante il tavolo tecnico!
Ricordiamo che, qualche mese fa, durante il Festival dell’Acqua, mentre il Presidente accoglieva i mercanti dell’acqua che organizzavano a Bari la spartizione dei nostri territori, i cittadini si riunivano per scrivere la “Carta di Bari per la difesa delle fonti idriche del Mezzogiorno” e preparare una mobilitazione interregionale per bloccare il mega-acquedotto del sud. I cittadini pugliesi NON VOGLIONO SPECULAZIONI SULL’ACQUA NE’ SUL TERRITORIO.
In nome della democrazia e dell’articolo 1 comma 2 della nostra Costituzione che sancisce la sovranità popolare, torniamo a chiedere:
– la trasformazione di AqP SpA in Azienda Speciale e, nell’immediato, una risposta da parte del Presidente e della Giunta alle proposte avanzate nel tavolo tecnico dal Prof. Alberto Lucarelli e dal Comitato pugliese “Acqua Bene Comune”, un atto dovuto di cortesia istituzionale e di rispetto del lavoro compiuto all’interno del tavolo stesso;
– la rinuncia definitiva a ogni progetto speculativo e a ogni idea di espansione dell’AqP fuori dalla Puglia!
Perché si scrive Acqua, e si legge Democrazia
Comitato pugliese “Acqua Bene Comune”, Coordinamento NO TRIV Terra di Bari