Il movimento per il disinvestimento dai combustibili fossili ha ricevuto nuovo slancio giovedì, quando il governo norvegese ha annunciato che sta prendendo in considerazione la possibilità di vendere 35 miliardi di dollari in riserve di gas e petrolio. A quel punto la Norvegia diventerebbe la più grande realtà coinvolta nel movimento. Con il suo fondo sovrano di mille miliardi di dollari, il paese controlla infatti l’1,5% delle riserve globali.
Allo stesso tempo si è verificata una grave perdita di petrolio nell’oleodotto Keystone 1 nel South Dakota. Secondo il gestore, TransCanada, giovedì 210.000 galloni sono fuoriusciti vicino alla cittadina di Amherst, in quella che costituisce la perdita più grande fino ad oggi. L’incidente è avvenuto a pochi giorni da una sentenza delle autorità del Nebraska che potrebbe decidere il destino di un progetto simile, l’oleodotto Keystone XL. I gruppi ambientalisti e indigeni denunciano da tempo i pericoli di questo tipo di perdite.
“Abbiamo saputo ieri della fuoriuscita di petrolio dall’oleodotto Keystone 1” ha commentato Tom Goldtooth, direttore esecutivo dell’Indigenous Environmental Network. “Come Nativi, come popoli indigeni, abbiamo sempre detto che prima o poi ogni oleodotto avrà delle perdite.”