Il governo greco, col sostegno degli stati membri dell’Unione, dovrebbe prendere dei provvedimenti per porre fine alla “politica di contenimento” della Grecia, come denunciato oggi da 20 associazioni umanitarie e dei diritti umani. La politica costringe i richiedenti asilo che arrivano sulle isole greche a rimanere in strutture pericolose e sovraffollate: un problema urgente, dato l’approssimarsi dell’inverno.
Le condizioni sulle isole greche hanno continuato a deteriorarsi durante questo mese, quando 19 associazioni non governative hanno scritto una lettera aperta al Primo Ministro Greco Alexis Tsipras, esortandolo a trasferire i richiedenti asilo verso le zone interne del paese, dove sono disponibili migliori condizioni e servizi.
“È una questione di vita o di morte” – ha detto Jana Frey – direttrice del Comitato Internazionale di Soccorso in Grecia. “Adesso non ci sono più scuse per le condizioni presenti sulle isole; migliaia di persone sono stivate in strutture sovraffollate e disperatamente sottodimensionate. È una corsa contro il tempo. Quest’inverno potremmo perdere –ancora- altre vite, a meno che alla gente non sia concesso di spostarsi, in modo volontario e organizzato, verso l’interno”.
Recentemente, alcuni membri delle associazioni hanno chiesto un incontro con Tsipras, per discutere le necessità più impellenti sulle isole e fornire suggerimenti su come gestire una situazione sempre più disperata, senza però avere risposta. Durante il mese scorso il governo greco ha trasferito 2.000 persone da Samo e Lesbo verso le zone interne, come misura di emergenza una tantum. Quando il governo ha annunciato questa iniziativa, ad ottobre, queste isole contenevano già 5.000 persone in più della capienza massima. Era chiaro come tale misura, sebbene utile, fosse insufficiente.
“Nulla può giustificare il fatto d’intrappolare la gente sulle isole in queste terribili condizioni per un altro inverno”, ha detto Eva Cosse, ricercatrice greca presso l’Osservatorio dei Diritti umani. “La Grecia e gli altri stati membri dovrebbero agire urgentemente per rimuovere gli ostacoli e fornire alla gente le cure e l’assistenza necessarie nelle zone interne della Grecia”.
Alla data del 20 novembre 2017, gli hotspot a Lesbo, Samo e Chio, ospitavano 7.000 persone in più della capacità massima: 10.925 persone si trovano in strutture in grado di ospitarne 3.924. Migliaia di persone, incluse donne single, donne capo famiglia e molti bambini sono costretti a vivere nelle tende durante l’estate, dormendo praticamente per terra, mentre le condizioni climatiche stanno peggiorando. Alcune donne sono state costrette a condividere le tende con degli sconosciuti, mettendo a rischio la loro privacy e la loro incolumità. Questo sarà il secondo inverno, dall’entrata in vigore dell’accordo UE- Turchia, che i richiedenti asilo dovranno trascorrere sulle isole in strutture inadeguate.
“L’accordo UE- Turchia condanna rifugiati e migranti a un secondo inverno di squallore nelle isole greche. Anziché cercare di mantenere l’accordo a tutti i costi, i paesi europei e la Grecia dovrebbero lavorare insieme urgentemente per trasferire i richiedenti asilo fuori dalle isole” – ha detto Gabriel Sakellaridis, direttrice di Amnesty International in Grecia. I funzionari greci e quelli dell’Unione hanno citato l’accordo UE-Turchia come giustificazione per la politica di contenimento. Tuttavia, non è una giustificazione costringere i richiedenti asilo a permanere in condizioni che violano i loro diritti e che sono dannosi al loro benessere, hanno detto le organizzazioni. I gruppi hanno inoltre scritto agli ambasciatori degli stati membri europei in Grecia sollecitandoli ad esortare con urgenza il governo greco a sospendere la politica di contenimento.
I gruppi sollecitano Tsipras a tutelare i diritti umani dei richiedenti asilo intrappolati nelle isole, ponendo fine alla politica di contenimento e subito dopo a trasferire la gente verso l’interno del paese, in condizioni migliori, impegnandosi e assicurandosi che nessuno sia costretto a dormire in una tenda. Poiché la “politica di contenimento” è stata implementata in risposta al trattato UE-Turchia, le organizzazioni sottolineano la responsabilità della Commissione Europea e degli stati membri che hanno lasciato le isole greche a gestire la situazione e spingono il governo greco a ribaltare la politica. Gli stati membri dovrebbero sostenere gli sforzi del governo greco per garantire sicurezza e dignità ai richiedenti asilo nei territori dell’Unione, incluso l’aumento di strutture sicure e l’accesso ai servizi nelle zone interne del paese.
“Nello sforzo di rendere esecutivo l’accordo UE-Turchia, le isole greche sono state trasformate in un confino indefinito per i richiedenti asilo che hanno rischiato la vita in cerca di salvezza e di una vita migliore in Europa”, ha detto Nicola Bay, capo della missione Oxam in Grecia. “L’Unione Europea e il governo greco devono iniziare ad anteporre le vite della gente alla politica e sostenere l’impegno europeo nei confronti dei diritti umani”.
Human Rights Watch
International Rescue Committee
ActionAid
Advocates Abroad
AITIMA
Amnesty International
Arsis
CARE
Caritas Hellas
Danish Refugee Council Greece
Greek Council for Refugees
Greek Forum of Refugees
Greek Helsinki Monitor
Help Refugees
Jesuit Refugee Service
Traduzione dall’inglese di Cristina Quattrone