La Commissione Interamericana dei Diritti Umani (CIDH) ha chiesto, in data 3 novembre 2017, alla Corte Interamericana dei Diritti Umani (CorteIDH) l’adozione di misure temporanee in favore di Milagro Sala e nei confronti dello Stato argentino, in quanto ritiene che quest’ultimo abbia violato le misure cautelari emesse a suo favore.
A gennaio 2016 alcune organizzazioni dei diritti umani argentine avevano chiesto alla Commissione l’adozione di misure cautelari in favore di Milagro Sala, leader indigena.
Il 27 luglio 2017, dopo aver ricevuto informazioni da entrambe le parti e aver effettuato una visita presso il centro di detenzione, la Commissione Interamericana ha autorizzato tali misure attraverso la Risoluzione 23/17. Secondo il parere della Commissione, c’erano elementi sufficienti per ritenere, tra le altre cose, che le condizioni di detenzione di Milagro Sala costituissero una situazione di molestia e stigmatizzazione che metteva a rischio la sua vita e la sua integrità, situazione aggravata dal suo stato di salute mentale. La CIDH ha pertanto stabilito che lo Stato argentino adottasse misure volte a garantire il diritto alla vita e all’ integrità personale di Milagro; concordasse con la stessa le misure da prendere e, tenuto conto dell’eccezionalità della custodia cautelare, adottasse misure alternative quali gli arresti domiciliari o il processo in libertà.
Dopo la concessione della misura cautelare, la Commissione ha constatato che le autorità giudiziarie di Jujuy avevano adottato decisioni diverse da quelle dettate, anzi, al contrario hanno aggravato la situazione di rischio della prigioniera. Inizialmente, le autorità giudiziarie hanno ordinato gli arresti domiciliari di Milagro Sala, benché sotto un rigoroso regime di sicurezza che riproduceva, presso il suo domicilio, le condizioni del penitenziario. Successivamente, la Camera d’Appello e Controllo della Provincia di Jujuy ha ordinato il ritorno dell’imputata al Penitenziario. Infine, un giudice ha ordinato il rientro in carcere di Milagro Sala perché questa si sarebbe rifiutata di essere trasferita in un centro medico dove sarebbe stata sottoposta ad esami clinici. Inoltre, la Commissione era a conoscenza della grave situazione psicologica di Milagro, causata dall’angoscia provocata dalle ultime decisioni adottate dalle autorità statali, che l’avrebbe portata ad un’azione di autolesionismo, che si aggiunge a quella verificatosi prima della concessione delle misure cautelari.
La CIDH ritiene che le azioni sopra descritte non siano finalizzate al rispetto delle misure cautelari. Quelle più recenti, analizzate in combinazione con altri fattori di rischio individuati nella Delibera 23/17, aggraverebbero il rischio per la vita e l’integrità personale della signora Milagro Sala. Secondo quanto considerato dalla CIDH, la situazione attuale di Milagro Sala soddisfa i requisiti di estrema gravità, urgenza e rischio di danno irreparabile previsti dall’ articolo 63.2 della Convenzione per la concessione di misure temporanee.
La CIDH è un organismo autonomo e quello principale dell’Organizzazione degli Stati Americani (OAS), il cui mandato deriva dalla Carta dell’OAS e dalla Convenzione Americana sui Diritti Umani. La Commissione Interamericana ha il mandato per promuovere l’osservanza e la difesa dei diritti umani nella regione e funge da organo consultivo dell’OAS in questo settore. La CIDH è composta da sette membri indipendenti eletti dall’Assemblea generale dell’ OAS a titolo personale, e non rappresentano il loro paese d’origine o di residenza.