Il 25-26 novembre, città in tutta Italia hanno manifestato su due ruote contro la decisione del Giro d’Italia di far partire la corsa rosa da Israele nel 2018. È stata una delle prime tappe italiane della campagna internazionale #CambiaGiro / #RelocateTheRace, che chiede a RCS, organizzatori del Giro, di spostare la Grande Partenza e non aiutare Israele a mascherare le sue violazioni dei diritti dei palestinesi.
Le pedalate e i cicloraduni sono stati organizzati in vista della presentazione ufficiale del Giro 2018, che si terrà a Milano oggi, il 29 novembre, in coincidenza con la giornata ONU di Solidarietà con il Popolo Palestinese, e pochi giorni dopo che 120 gruppi per i diritti umani in tutto il mondo hanno pubblicato un appello internazionale per lo spostamento del Giro d’Italia. Tra i firmatari anche l’illustre linguista Noam Chomsky, gli eminenti giuristi John Dugard e Richard Falk, lo scrittore e drammaturgo Moni Ovadia, gli europarlamentari Eleonora Forenza, Sergio Cofferati e Curzio Maltese, e Luisa Morgantini, già vice presidente del Parlamento Europeo.
Roma ha visto una grande risposta da parte del mondo della bicicletta, con Piazza del Popolo invasa da un centinaio di bici. Le ciclisti e i ciclisti hanno pedalato in una corsa a ostacoli, superando checkpoint, muri e colonie israeliane, che negano ai palestinesi il diritto al movimento. Uno striscione annunciava l’arrivo per cui tutte e tutti sono impegnat*: Palestina Libera.
Da Piazza della Signoria a Firenze è partito un gruppo di cicliste e ciclisti per Ponte a Ema, sede del Museo del ciclismo Gino Bartali per contestare lo sfruttamento dell’immagine del grande ciclista, che verrà onorato dal Giro 2018, il quale “è sempre stato dalla parte dei più deboli.” Una maxibandiera palestinese è stata calata davanti al museo.
A Napoli, in centro, volantinaggio e megafonata in fila indiana da cui si è partiti in bicicletta per la consegna di lettere al sindaco ed agli assessori, al presidente del consiglio comunale ed ai consiglieri comunali, e di un comunicato stampa a Il Mattino e Roma.
La biciclettata a Udine ha fatto tappe alle sedi di due degli sponsor del giro. Durante la sosta delle tappe oltre al volantinaggio è stato letto un comunicato in cui si esprimeva il fermo dissenso alla partenza del Giro da Israele. Infine, i rappresentanti delle associazioni aderenti insieme ad un rappresentante della comunità Palestinese hanno consegnato la lettera del dissenso e la richiesta del Cambia Giro al vice prefetto di Udine.
A Cagliari si è tenuta una “pedalata cittadina” che ha visto la partecipazione di numerosi attivisti e ciclisti solidali con la causa palestinese. Partendo da Piazza San Michele, ha effettuato diverse tappe per volantinare e portare alla conoscenza della gente l’ennesimo tentativo di legittimare l’occupazione israeliana attraverso lo sport (sport-washing), concludendosi nel porticciolo di Marina Piccola.
A Torino circa 50 cicliste e ciclisti hanno pedalato per le vie del centro, con fermate per speakeraggio e volantinaggio nei punti di maggiore concentrazione di persone (Porta Nuova, Via Roma, Piazza S.Carlo) passando anche al Torino Film Festival dove hanno volantinato, accolti con interesse dal pubblico e dai giornalisti. La biciclettata è terminata in Piazza Castello dove era allestito uno striscione a forma di arrivo di una tappa.
A Bologna una biciclettata per il centro città ha visto la partecipazione di attiviste/i di diverse associazioni e gruppi della società civile, tra cui Ciclofficina Camera d’Aria, Acqua bene comune, AssoPace Palestina, Ex Aequo. In tre ore sono state distribuite oltre 400 copie dell’appello internazionale contro la partenza del Giro da Israele. Grande sostegno da parte di quasi tutte le persone contattate e solidarietà al popolo Palestinese.
La pedalata più lunga è stata senza dubbio quella di Follonica – Grosseto, 52,5 km per manifestare il sostegno al popolo palestinese, organizzata da Amici Cuba Alta Maremma Italo Calvino.
A Genova, dei ciclisti solidali hanno fatto una foto di gruppo per chiedere di non portare il Giro d’Italia a celebrare uno stato che colonizza, reprime, uccide e segrega un’intera popolazione, compresi gli atleti palestinesi.
Il weekend in bicicletta contro la decisione degli organizzatori del Giro di fissare la partenza da Israele è stato un grande successo della campagna Cambia Giro. È la prima tappa di una competizione a cui tutte e tutti coloro che amano lo sport pulito e sostengono i valori universali dei diritti umani sono invitati a partecipare.