In una giornata segnata dall’entusiasmo e dall’esultanza per l’attribuzione del Nobel per la Pace ad ICAN (International Campaign to Abolish Nuclear Weapon) – un Nobel che riconosce come determinante l’apporto delle organizzazioni della società civile nel cammino che ha portato all’approvazione, il 7 luglio, del Trattato per la messa al bando delle armi nucleari – colpisce (ma non sorprende) constatare la difficoltà in cui si trova la Farnesina.
Troppo impacciata e scialba è infatti la nota del Ministero degli Esteri, nella quale non una parola di congratulazioni ad ICAN viene spesa (dando semplicemente atto del Nobel) e non è neppure nominato (come si addice, del resto, ad un “convitato di pietra”), il Trattato di messa al bando: si ribadisce invece (quasi giustificazione non richiesta) la centralità del Trattato di Non Proliferazione, dando una rappresentazione ambigua di una concorrenza tra i due Trattati che sono, al contrario, pienamente complementari e senza peraltro alcuna indicazione, anche minima, su azioni concrete di implementazione dell’obbligo – previsto proprio dall’art. VI dell’invocato Trattato di non proliferazione – di concrete iniziative per un disarmo nucleare totale. La contraddizione è evidente: si tenta di sminuire il Trattato di messa al bando mettendo al centro il Trattato di non proliferazione, ma si omette di dire quali passi avanti significativi ci sono nel processo di disarmo nucleare totale che lo stesso Trattato di non proliferazione indica come obiettivo e come obbligo da quasi 40 anni!
In anni passati l’Italia è stata tra quei Paesi che si sono impegnati – e distinti per l’eccellente contributo – a fianco di campagne globali sostenute da vaste coalizioni popolari, come la moratoria della pena di morte o la messa al bando delle mine antipersona o delle bombe a grappolo. Dispiace che oggi l’Italia si trovi invece dalla “parte sbagliata” della Storia, quella per la quale il Nobel ad ICAN è, politicamente, una forte delegittimazione: una delegittimazione che non potrà passare sotto silenzio, data la risonanza mondiale del premio, che contribuirà a rendere pubblica la conta di chi è a favore e di chi è contro il Trattato per la messa al bando.
Rete Italiana Disarmo e Senzatomica chiedono ancora una volta al Governo Italiano di muoversi in sintonia con la maggioranza dei cittadini e delle cittadine d’Italia e del mondo, firmando e ratificando il Trattato.
Perché, come diceva Victor Hugo, “niente al mondo è così potente quanto un’idea della quale sia giunto il tempo”: il Nobel per la pace ad ICAN – e alle decine e decine di organizzazioni che ne fanno parte, tra cui Rete Disarmo e Senzatomica – dimostra che il tempo di un mondo libero da armi nucleari è ora.