Nei giorni scorsi, il movimento AIKS (All India Kisan Sabha) e gran parte di contadini, allevatori e operai del CPI(M) (Partito Comunista dell’India -Marxista) hanno preso parte al movimento BDS in sostegno della lotta del popolo palestinese contro l’apartheid israeliano. Il quotidiano online The Time of Israel parla, addirittura, di «16 milioni di lavoratori della terra affiliati ad organizzazioni comuniste» che hanno aderito al movimento BDS.
Solidarietà India-Palestina
L’AIKS, in una nota stampa, ha affermato di voler aderire al movimento transnazionale al fine di: «Appoggiare la chiamata al Boicottaggio, disinvestimento e alle sanzioni (BDS) contro Israele fino al rispetto del diritto internazionale e al fine di porsi al fianco del popolo palestinese, di resistere alla soppressione del settore agricolo indiano in favore delle società israeliane;
Denunciare e documentare i casi di acquisizione di società israeliane nel settore agricolo;
Aumentare la consapevolezza fra gli agricoltori indiani in modo da impedire alle corporazioni israeliane di raccogliere profitti in India che finanzino occupazione militare e l’apartheid in Palestina».
Il coordinatore meridionale del continente asiatico del movimento BDS, Apoorva, a proposito dell’adesione di AIKS e CPI(M), ha dichiarato: «Dal momento che queste due forze indiane, AIKS e PCI(M), hanno preso parte al movimento BDS, entrambe si sono messe di traverso alla politica dell’odio del Primo Ministro Modi, di Netanyahu e di Trump e stanno dando più forza alle rivendicazioni del movimento, per costruire un mondo più libero, giusto ed equo».
India e Israele hanno avuto legami diplomatici a partire da 25 anni fa e la solidarietà India-Palestina, a livello di movimenti politici anticapitalisti e della ‘base’ non è particolarmente nuova.
Tuttavia, il rinnovato sostegno alla liberazione palestinese, da parte di milioni di lavoratori, in seguito al rafforzamento dei legami del governo israeliano con quello indiano, invia un messaggio chiaro: un messaggio di resistenza alla massa del nazionalismo reazionario e all’estremismo religioso, alimentato da entrambi i governi per sostenere la persecuzione genocida e lo spostamento di massa dei popoli oppressi.