Che la Legge 119/2017 sarebbe stata accompagnata da innumerevoli disagi ed inevitabili contestazioni era assolutamente prevedibile. Frutto di una decretazione di urgenza (quando di urgenza e soprattutto di emergenza sanitaria, nella calda estate italiana, non vi era neanche l’ombra) e bisognosa di ben tre circolari attuative dall’interpretazione tuttora non univoca, la legge sta già producendo i suoi effetti più indesiderati.
Ed è così che la scuola quest’anno inizia all’insegna della violazione della legge e dei diritti dei bambini da parte delle istituzioni: quello a cui stiamo assistendo in questi giorni è un fatto gravissimo che dovrebbe scuotere la coscienza di ogni cittadino democratico e sostenitore della legalità, a prescindere dalla posizione individuale in tema di vaccinazione.
Il C.Li.Va. (Comitato per la Libertà di scelta vaccinale – Toscana) sta sostenendo senza sosta centinaia di famiglie che denunciano violazioni, richieste irregolari da parte delle scuole, trasmissione impropria di dati personali, e chiedono a noi di fugare i persistenti dubbi rispetto all’applicazione di una Legge, che gode di interpretazioni personali e spesso arbitrarie, che variano addirittura da un Comune all’altro della stessa Provincia e perfino da scuola a scuola.
Genitori che hanno presentato ai dirigenti scolastici documentazione perfettamente idonea all’accesso a scuola sulla base della Legge 119/2017 (lettera raccomandata A/R o pec con richiesta appuntamenti e/o prenotazione CUP), si sono visti imporre un modulo di dichiarazione sostitutiva da firmare, dietro il ricatto di non far entrare a scuola i bambini.
Il modulo “proposto” contiene una liberatoria al trattamento dei dati personali, con la quale ASL e scuole stanno cercando di bypassare il parere negativo espresso dal Garante della Privacy in ordine alla trasmissione dei dati sensibili tra pubbliche amministrazioni.
Questo dopo che le ASL hanno già trasmesso illecitamente alle scuole gli elenchi dei bambini “non conformi”, nonostante il Garante non abbia mai autorizzato questo passaggio.
Genitori ben informati e preparati sulla legge, sull’accordo regionale del 24/8, sulla circolare del MIUR del 16/08 e sulla circolare congiunta MIUR e Ministero della Salute del 1/9, hanno prontamente riconosciuto ed evidenziato l’abuso posto in essere, e in molti casi sono riusciti a non farsi intimidire e a vedere riconosciuta l’idoneità della documentazione presentata. Altri sono ancora in attesa di colloqui e risposte dai dirigenti scolastici, che pare abbiano ricevuto stringenti direttive dalle ASL di accettare solo la c.d. “autocertificazione”.
Sta di fatto che in questi giorni la situazione vaccinale di ogni bambino sta passando per le mani di dirigenti scolastici, personale di segreteria, insegnanti, personale ATA, la sfera personale della categoria più indifesa è gestita con una pericolosa leggerezza. Il clima generale di illegalità e incuria sta di fatto incoraggiando comportamenti vessatori e discriminatori nei singoli, che si ritengono autorizzati e non si fanno scrupolo a prendere iniziative personali illegittime e gravemente lesive dei diritti delle famiglie e della serenità dei bambini: elenchi di bambini “non conformi” affissi in bacheca o letti pubblicamente, email contenenti dati sensibili dei minori inviati a gruppi di destinatari “in chiaro”, l’espressione assolutamente inaudita, inopportuna e spesso aggressiva di giudizi in merito alle scelte vaccinali dei genitori, pubblici commenti sulla situazione vaccinale del minore.
Ricordiamo come la legge preveda, all’art.3 comma 1, che, chi al momento non sia in regola con uno dei piani vaccinali più coercitivi che si diano in Europa, abbia l’intero anno scolastico per regolarizzare la propria posizione.
Nonostante la legge conceda un intero anno di tempo, alcuni dirigenti scolastici “sceriffi” non hanno perso tempo: nei Comuni di Gavorrano, Scarlino, Empoli, Portoferraio, Venturina, Santa Maria a Monte e altri ancora, i bambini sono stati rimandati a casa con i genitori, altri fatti risalire sul pulmino, in decine di istituti i genitori sono stati richiamati dopo che la scuola aveva addirittura fatto protocollare la documentazione regolarmente presentata, salvo poi contattare telefonicamente intimando di tenere i bambini a casa il giorno successivo se non avessero portato firmato il modulo di autocertificazione imposto.
Questa calorosa accoglienza proprio il primo giorno della tanto proclamata ‛Buona Scuola’!
Nel frattempo assistiamo al solito scempio della disinformazione mediatica, che alimenta, complice, un profondo scontro sociale. Episodi travisati ad arte, in cui il genitore viene descritto come uno che non vuole rispettare la legge e tenta un ingresso forzoso a scuola: la caricatura del ‛no – vax’ (dopo mesi ci chiamano ancora così) antisociale, irrispettoso delle leggi dello Stato e insensibile alle istanze della civile convivenza nella comunità, perfino etichettato come “furbetto” per il fatto di pretendere, come previsto dalla legge, che il proprio figlio possa frequentare la scuola pubblica, in attesa dei colloqui con la ASL per verificare il piano vaccinale proposto e compiere una scelta che si auspica possa realmente essere consapevole ed informata.
Tutti questi genitori stanno rispettando la legge: il problema è che le istituzioni non stanno facendo altrettanto, costringendoli, per veder riconosciuti i propri diritti, a rivolgersi ad un avvocato o alle forze dell’ordine. Questo è gravissimo ed abnorme.
Noi tutti, cittadini, siamo sulla stessa barca, la società è un organismo vivo: al di là del rispetto della legge troviamo la prevaricazione, la violenza dell’arbitrio, i diritti ridotti a privilegi, a formalismi al servizio del più forte.
Accettare che i diritti di una minoranza che sta rispettando la legge vengano calpestati, significa abbassare l’asticella per tutti. Da oggi siamo tutti meno cittadini e più sudditi. Oggi riguarda i vaccini, ma domani?