“La decisione del governo dell’Arabia Saudita, che finalmente ha ceduto e ha deciso di permettere alle donne di guidare, è la conseguenza del coraggio delle attiviste che hanno lottato per anni per ottenere questo risultato”, ha dichiarato Philip Luther, direttore delle ricerche sul Medio Oriente e l’Africa del Nord di Amnesty International, in risposta all’annuncio delle autorità saudite che le donne potranno ottenere la patente di guida. “Questo è un piccolo passo avanti atteso da lungo tempo, e lo accogliamo favorevolmente, se significa che tutte le donne in Arabia Saudita potranno finalmente essere libere di guidare senza alcuna restrizione”, ha aggiunto Luther.
“Se a giugno del prossimo anno le donne guideranno ovunque senza avere paura di essere arrestate, allora vi sarà motivo di festeggiare. Ma si tratta solo di un primo passo. È necessario spazzare via una intera serie di leggi e usi nel paese, incluso il sistema di tutoraggio, secondo il quale ogni donna ha un ‘tutore’ di sesso maschile, padre, fratello, marito o figlio, il quale ha l’autorità di prendere decisioni per lei”, ha sottolineato Luther.
“Questo non deve farci dimenticare che l’Arabia Saudita ha arrestato recentemente un nuovo gruppo di attivisti dei diritti umani e di voci critiche pacifiche. Siamo nel pieno di un giro di vite nel paese, e un solo passo isolato, seppure nella giusta direzione, non può modificare questo stato di cose in maniera sostanziale”, ha concluso Luther.
Ulteriori informazioni
Il decreto reale annuncia l’istituzione di una commissione (composta da funzionari dei ministeri dell’Interno, delle Finanze, del Lavoro e dello Sviluppo sociale) che verificherà il meccanismo di attuazione entro 30 giorni. Tuttavia, il decreto non entrerà in vigore prima del 23 giugno 2018, e prevede che sarà attuato in accordo con la “normativa vigente”; in assenza di ulteriori chiarimenti, non è chiaro come esattamente si tradurrà in pratica.