Lo scorso mercoledì 20 settembre la polizia spagnola ha perquisito la sede del governo catalano e arrestato almeno 12 persone. Precedentemente la Procura Generale aveva avviato indagini contro 700 sindaci catalani che sostenevano il referendum per l’indipendenza del 1° ottobre.
L’Associazione per i Popoli Minacciati (APM) si è appellata all’Unione Europea (UE) affinché ottemperi al suo ruolo di mediatore e contribuisca a trovare una soluzione pacifica all’escalation del conflitto. Non è ammissibile che l’UE si proponga come mediatore in molti conflitti in corso nel mondo e contemporaneamente resti a guardare in silenzio quando in casa propria un conflitto rischia di scivolare nella violenza. Per prevenire un conflitto piuttosto che doverlo poi risolvere non vi è altra via che un dialogo aperto, costruttivo e credibile tra le parti in causa.
Il governo spagnolo deve inoltre assumersi la sua parte di responsabilità nell’aumento delle tensioni. Se Madrid non avesse per anni categoricamente bloccato e impedito ogni ragionevole e moderata riforma dello statuto di autonomia della Catalogna, non si sarebbe mai arrivati alla richiesta di un referendum per l’indipendenza. Come diretta conseguenza di questa miope politica spagnola, la percentuale dei sostenitori del referendum di indipendenza è cresciuta in soli sette anni dal 15% al 40%.
L’APM ammonisce l’UE a non trattare la questione catalana come una questione solo interna della Spagna. Se gli arresti dei sostenitori dell’indipendenza dovessero continuare e aumentare è ragionevole pensare che molti inizino a cercare protezione nella vicina Francia. A quel punto la questione diventerebbe di rilevanza internazionale e non potrebbe più essere ignorata dall’UE.
L’APM ha anche criticato la chiusura disposta dalle autorità spagnole dei siti web che sostengono e contribuiscono all’organizzazione del referendum. L’arbitraria limitazione e chiusura di siti web in Europa rende l’UE poco credibile quando chiede libertà di rete in Russia e Cina. La magistratura spagnola intende forse anche far chiudere il sito del FC Barcellona che sostiene apertamente l’indipendenza della Catalogna?
Lo scorso 13 settembre le autorità spagnole avevano fatto chiudere il sito “referendum.cat”. Due giorni dopo, il 15 settembre, hanno intimato alla Fondazione culturale PuntCat di cancellare il contenuto del loro sito “ref1oct.cat”. Il 20 settembre sono stati perquisiti gli uffici della fondazione ed è stato arrestato il suo direttore Josep Masoliver. La fondazione fondata nel 2004 lavora per incentivare la lingua catalana nel sistema educativo e nella società. Secondo l’APM, l’intervento delle autorità spagnole sui siti web poco graditi a Madrid finirà per impegnare nel lungo termine i tribunali europei.