L’Argentina è scossa dalla sparizione forzata di Santiago Maldonado, avvenuta il 1° agosto nella provincia di Chubut, in Patagonia, mentre partecipava a una protesta della comunità mapuche Pu Lof a Resistencia de Cushamen.
Le richieste di conoscere il suo destino continuano dal 2 agosto, dato che è stato visto per l’ultima volta mentre veniva caricato su una camionetta della Gendarmeria dopo un’operazione repressiva contro i mapuches.
La richiesta coinvolge tutte le ideologie, le religioni e le classi sociali, come dimostra l’ampia gamma di individui e gruppi che esigono di rivederlo vivo. Una parola d’ordine ripetuta negli anni più duri della dittatura civile-militare-ecclesiastica dalle Madri di Plaza de Mayo e dalle altre organizzazioni per i diritti umani.
Il 1° settembre, a un mese dalla scomparsa di Santiago, 250.000 persone si sono radunate in Plaza de Mayo a Buenos Aires con lo stesso slogan, chiedendo alla Ministra della Sicurezza che se non vuole o non può risolvere il caso, si faccia da parte e si dimetta, insieme ai suoi negligenti collaboratori.
Oltre che a Buenos Aires, manifestazioni per Santiago Maldonado si sono svolte in altre città dell’Argentina e in tutto il mondo.
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