Giovedì 10 agosto le autorità libiche hanno annunciato la loro intenzione di istituire una zona di ricerca e soccorso (SAR) con la volontà di limitare l’accesso alle acque internazionali di fronte alla Libia a tutte le navi straniere , incluse le navi umanitarie. Se attuate, le misure proposte limiterebbero fortemente le attività delle ONG SAR nel Mediterraneo. Ad oggi le organizzazioni di ricerca e soccorso non hanno ancora ricevuto alcuna conferma ufficiale dalle autorità libiche.
SOS MEDITERRANEE sta controllando la preoccupante situazione da vicino. Otre a salvare vite, nostra priorità è garantire la massima sicurezza del nostro equipaggio. Fino a che questa continua ad essere garantita, SOS MEDITERRANEE rimarrà in zona di ricerca e soccorso, salvando imbarcazioni in pericolo e prevenendo il ritorno forzato delle persone soccorso in Libia.
In seguito alle notize dalla Libia MSF ha deciso di sospendere temporaneamente le attività di ricerca e soccorso della nave Prudence. L’equipe medica di Msf continuerà a fornire supporto all’Aquarius, la nave noleggiata da SOS MEDITERRANEE e gestita congiuntamente da entrambe le organizzazioni. L’Aquarius sta attualmente pattugliando in acque internazionali, rispettando il limite delle acque territoriali libiche, come prescitto dal diritto marittimo internazionale
SOS MEDITERRANEE desidera sottolineare la necessità di aumentare le capacità di ricerca e soccorso nel Mediterraneo. Le ONG SAR devo essere in grando di continuare le loro attività di soccorso senza impedimenti. La vita delle persone è a rischio, sia in mare che in Libia. Come sappiamo dalle testimonianze raccolte a bordo, se le persone venissero rimandate in Libia sarebbero di nuovo vittime di detenzioni arbitrarie e di ripetute violazioni dei diritti umani. Limitare l’acceso e le attività delle ONG SAR causerà, ancora una volta, un incremento di morte e sofferenza nel mar Mediterraneo.