“Siamo Musulmani, non terroristi”.
Più di 140 gruppi e associazioni musulmane di Barcellona e dintorni hanno partecipato alla manifestazione di questo lunedì in Plaza Catalunya, in risposta agli attentati di giovedì 17 nella capitale catalana e a Cambrils (Tarragona). La concentrazione di persone è stata convocata con lo slogan “La comunità musulmana contro il terrorismo”. Tra i partecipanti figurano numerose associazioni studentesche di Marocco e Pakistan, la Federación Comisión Superior de la Cultura y de los Musulmanes Catalanes, la Juventud Multicultural Musulmana e le moschee di Sant Feliu di Llobregat e di Sant Vicens del Horts e anche le comunità musulmane di località barcellonesi come Santa Coloma de Gramanet, Mollet del Vallès, Ripollet o Cerdanyola.
Gli striscioni e le parole d’ordine scandite ad alta voce sono stati “no al terrorismo, no alla violenza, sì alla pace”, “l’Islam condanna fermamente la morte di persone innocenti”, “Islam vuol dire pace”. “Siamo musulmani, non terroristi”, “Musulmani di Catalogna contro il terrorismo”, “Il terrorismo non ha religione”.
Ieri Ouassim, amico personale e collaboratore, esprimeva il tutto in questi termini:
“Come musulmano, posso soltanto esprimere il mio rifiuto contro la barbarie perpetrata a Barcellona e in qualsiasi parte del mondo in cui muoiono degli innocenti, perché prima di appartenere alla fraternità della religione appartengo alla fraternità umana. Nei tempi che corrono, dopo ogni attentato, i musulmani vengono stigmatizzati, sebbene questa volta la cosa sia più forte perché è accaduto vicino, mentre prima era qualcosa che accadeva fuori e lontano. La comunità alla quale appartengo qui a Barcellona si trova tra due fuochi: da una parte, viene attaccata per ciò che è accaduto a causa d’altri sotto la falsa bandiera e lo scudo della religione e dall’altro perché si sta deformando l’immagine e l’idea di più un miliardo e mezzo di musulmani del mondo. Data la piega che stanno prendendo le cose, ho piena fiducia che la società catalana e spagnola saprà vedere la realtà. La soluzione al cosiddetto terrorismo “islamico” inizia considerando i musulmani parte della soluzione e non del problema. Per finire, ricordo la citazione:” Non ho paura di chi non crede in Dio, ma di coloro che uccidono per provarne la sua esistenza”.
E Hicham mi ha fatto arrivare anche queste parole:
“Grazie per aver compreso l’accaduto in questo modo. Ogni volta che succede qualcosa di simile, sia in Spagna che in qualsiasi altro luogo al mondo e ha qualcosa a che vedere con un arabo, marocchino o musulmano, tutti noi ci sentiamo colpevoli per il solo fatto di appartenere alla stessa razza. Ci fa male vedere tanta barbarie. Come dici tu, non siamo tutti uguali, ma purtroppo il terrore e la paura fanno in modo che ci vedano così. Speriamo che tutto finisca quanto prima e si possa vivere in pace”.
Foto e testo: Antonia Utrera
Traduzione dallo spagnolo di Cristina Quattrone