18 giorni di violazione internazionale
La Magistratura di Jujuy continua a rinviare il trasferimento di Milagro Sala verso l’immobile sito in località El Carmen, secondo quanto disposto dai giudici Gaston Mercau e Pablo Pullen Llermanos. A un giornale lealista della provincia di Jujuy, il Ministro per la Sicurezza Ekel Meyer ha detto che nelle prossime 48-72 ore dovrebbe terminare il collocamento delle telecamere attorno al luogo in cui terminerà la detenzione la deputata del Palasur, sebbene siano già trascorsi più di 12 giorni di attesa per la risoluzione del secondo giudice che doveva pronunciarsi al riguardo.
“Da 18 giorni, lo Stato Nazionale viola la misura cautelare emessa dalla Commissione Interamericana dei Diritti Umani (CIDH), secondo la quale Milagro Sala dovrebbe essere fuori dal carcere, onde evitare di creare danni irreparabili alla sua integrità fisica. I giudici continuano a ritardare un provvedimento che, in ogni sua forma, sarebbe parziale, dato che la CIDH ha capito che il tutto doveva aver luogo mediante una risoluzione della Nazioni Unite secondo la quale lo stato doveva liberarla immediatamente o, eventualmente, darle i domiciliari o la libertà con visualizzazione elettronica” – così hanno aggiunto gli avvocati difensori della deputata del Palasur.
Gli avvocati hanno inoltre precisato che i domiciliari implicano il fatto che il soggetto permanga nel proprio domicilio, con i propri affetti e con l’unica restrizione di non uscire fuori dallo stesso. “In questo caso però, i giudici hanno stabilito tutta una serie di restrizioni contrarie ai domiciliari e, oltretutto, hanno disposto il controllo da parte della Gendarmeria, il che è assolutamente illegale, in quanto viola la legge 24660 che proibisce espressamente che le forze di sicurezza nazionale siano incaricate della custodia di un detenuto, oltre che inviarlo in un luogo diverso da quello da lui richiesto e negandogli di scontare la detenzione nel luogo in cui, lo scorso anno, il marito Raúl Noro era stato privato della libertà per 4 mesi”.
Inoltre, hanno reclamato che la risoluzione della CIDH è stata emessa il 27 giugno. “È una farsa che, a più di un mese, continuino ad accampare scuse dilatorie e che oltretutto sono contrarie alla legge. Ciò non fa altro che renderci ancora più coscienti dell’accanimento esistente nei confronti di Milagro e che si stato messo su uno show mediatico di proporzioni monumentali che pretende soltanto di continuare a stigmatizzare la deputata del Palasur” –hanno evidenziato.
Comunicato Stampa della Organización Barrial Tupac Amaru
Traduzione dallo spagnolo di Cristina Quattrone