Il governo argentino ha aspettato fino a dopo le elezioni per rispettare le disposizioni della CIDH (Commissione Inter-Americana sui Diritti Umani). Lo fa dopo la scadenza e nel peggiore modo possibile. La magistratura jujeña ha stabilito che a Milagro Sala siano concessi gli arresti domiciliari.
Per continuare la tortura della leader sociale, è stata definita come residenza una casa di suo possesso, ma non finita e che è stata saccheggiata durante la sua prigionia. Un edificio che avrebbe dovuto ospitare una clinica di riabilitazione, ma che oggi non ha né porte, finestre, elettricità, acqua e servizi igienici.
La raccomandazione della CIDH aveva chiesto il rilascio della deputata del Parlasur a causa della pericolosità della sua detenzione nel carcere di Alto Comedero; con tutta evidenza questa decisione mira a umiliarla, mandandola in una casa abbandonata alla periferia della città di San Salvador, nel quartiere de la Cienaga.
Il Giudice Gastón Mercau ha notificato ieri la decisione agli avvocati che l’hanno considerata un essenziale passo avanti, anche se hanno protestato per l’indirizzo scelto per la loro cliente. Gli avvocati cercano di accelerare il trasferimento il prima possibile dato il rischio che corre Milagro e le continue minaccie.
Milagro Sala è stata dichiarata dal gruppo di lavoro sulla detenzione arbitraria delle Nazioni Unite prigioniera politica e sono centinaia le organizzazioni che chiedono il rilascio immediato della leader sociale.