Il nuovo Mantra di ARPA Piemonte: i livelli riscontrati sono estremamente bassi e non determinano alcun significativo rischio per la popolazione
Così recitano i ricorrenti comunicati ARPA Piemonte ogni qualvolta giungono notizie di emissioni o contaminazioni dall’impianto di incenerimento rifiuti TRM di Torino.
La recente contaminazione da Iodio-131 radioattivo scoperta nei residui dell’abbattimento dei fumi dell’inceneritore di Torino ha portato il “Servizio di Pianificazione e Gestione Rifiuti” della Città Metropolitana ad emettere una nuova diffida al gestore dell’impianto del Gerbido TRM Spa.
A prescindere da come vengano stabiliti i limiti emissivi e dal loro significato sanitario, lo stillicidio di fughe, emissioni sostanze pericolose e reagenti contaminati ci fornisce un quadro gestionale sempre sul filo del rasoio, tra:
· Mancati controlli sul materiale conferito
· Superficialità nel trattarlo
· Una certa “omertà” o riluttanza alla comunicazione che altro non fa che alimentare le supposizioni su tutto il “non detto”
Ulteriore tassello la mancata comunicazione alla popolazione tramite il “Comitato Locale di Controllo”, composto dai 6 Comuni nell’area di massima ricaduta delle emissioni dell’impianto, ASL, ARPA ed ex Provincia, che a dispetto del nome che porta non ha mai avuto alcuna funzione deliberativa ma solo comunicativa nei confronti della popolazione. Dallo scorso anno addirittura le riunioni sono a porte chiuse. Chiaro esempio di “trasparenza”, seppur saltuariamente sia disponibile lo streaming, ma soprattutto esempio di distacco dalla stessa popolazione che vorrebbe “tutelare” e informare.
Anzitutto i fatti in ordine cronologico così come riportati nei documenti ufficiali:
17 febbraio 2017: il rilevamento radiologico posto all’ingresso dell’impianto TRM fa registrare un allarme, l’esperto qualificato evidenzia un carico di rifiuti sanitari molto ingombrante e lo invia alla prefossa indicando di avviarlo a combustione dopo “congruo periodo di decadimento”.
21 febbraio 2017 : la ditta Solvay Chimica SpA di Rosignano, che tratta le polveri dell’abbattimento dei fumi, segnala al personale TRM e ARPA Toscana che i 2 carichi giunti dall’inceneritore TRM di Torino sono radioattivi e registrano valori emissivi di Iodio-131 di circa 0,6 e 1,5 Bq/g.
7 marzo 2017: il servizio radioattività di ARPA Toscana informa ARPA Piemonte del rilevamento di concentrazioni anomale di radioattività nei due carichi giunti alla Solvay il 21 febbraio 2017 e provenienti dall’impianto TRM.
11 aprile 2017 : Riunione del “Comitato Locale di Controllo” in cui nè i rappresentanti TRM Boero e Zacchigna, nè i rappresentanti ARPA informano i Sindaci o i loro delegati presenti alla riunione della segnalazione di ARPA Toscana e Solvay. La discussione verte sulle permanenti emissioni di mercurio dal camino di TRM culminate nei mesi scorsi con la parziale chiusura dell’impianto.
18 maggio 2017: ARPA Piemonte effettua un sopralluogo presso l’inceneritore TRM per verificare il corretto funzionamento dei portali di rilevamento della radioattività e i dati degli allarmi rilevati tra il 18 ed il 20 febbraio 2017. Vengono anche prelevati 3 campioni di “materiale di scarto” dell’impianto.
18 luglio 2017: ARPA Piemonte pubblica la relazione tecnica n.710/IR inerente il sopralluogo presso l’inceneritore TRM descrivendo fatti, misure e procedure sui campioni prelevati. Nelle conclusioni evidenzia la mancata comunicazione ad ARPA e alle competenti autorità del ritrovamento di materiale radioattivo, violazione dell’art. 30 del D.Lgs. 230/95. ARPA Piemonte invia comunicazione a Città Metropolitana.
20 luglio 2017: il dirigente del “servizio pianificazione e gestione rifiuti” della Città Metropolitana emette una determina in cui diffida TRM affinché provveda ad eliminare le irregolarità riscontrate da ARPA, dispone inoltre che vengano effettuati controlli radiometrici sui mezzi in uscita dall’inceneritore.
28 luglio 2017: ARPA Piemonte pubblica monitoraggio straordinario sulla radioattività in aria (711/IR) nei pressi dell’inceneritore analizzando i filtri di campionamento aria della stazione fissa di Beinasco dal 31 maggio al 12 luglio 2017
2 agosto 2017: ARPA Piemonte pubblica un aggiornamento del rapporto precedente sul monitoraggio radioattività in aria (712/IR) con le analisi sino al 25 luglio 2017.
2 agosto 2017: Seduta del Comitato Locale di Controllo.
Nel sito ufficiale, ad oggi, non sono ancora disponibili nè il verbale nè la registrazione audio.
La diretta streaming non è stata possibile e sul sito si legge: “Per un inconveniente tecnico, la diretta streaming del Comitato Locale di Controllo del Termovalorizzatore del 2 agosto non ha potuto essere effettuata. Nei prossimi giorni verrà resa disponibile su questa pagina la registrazione audio della seduta.”
In questa sequenza di eventi appaiono sconcertanti i tempi di reazione delle strutture preposte al controllo e la mancata comunicazione alle autorità da parte della dirigenza TRM.
Lo stesso ing. Boero di TRM, uomo di fiducia della Sindaca di Torino, come da Lei ampiamente ribadito al momento della nomina, evita di informare i cittadini che subiscono le emissioni dell’impianto da lui gestito.
Tacere sugli avvenimenti anche in sede di CldC, a quasi due mesi dall’evento, quando già era chiara la necessità della segnalazione alle autorità del rinvenimento di materiale radioattivo getta un’ombra sulla gestione trasparente tanto pubblicizzata da TRM.
Lo stesso comportamento si ravvisa in ARPA Piemonte che interviene con un sopralluogo all’impianto TRM a quasi tre mesi dal ricevimento della comunicazione, da parte di ARPA Toscana, del rinvenimento del materiale radioattivo contaminato da Iodio-131, proveniente dall’inceneritore TRM torinese, che ha un tempo di dimezzamento di otto giorni.
Si ripete quanto già verificatosi con le emissioni di mercurio, una sequenza emissiva già conosciuta nel 2013, ripetutasi nel 2014, aumentata nel 2015 ed esplosa nel 2016 con un provvedimento di chiusura parziale dell’impianto TRM ed il conferimento in discarica dei rifiuti.
Alcune considerazioni accompagnate da relative domande agli opportuni uffici della Città Metropolitana ed ARPA, confidando in una loro risposta:
· Sino al 2034 l’inceneritore TRM è autorizzato a funzionare nel rispetto dell’AIA rilasciata dalla Città Metropolitana, attualmente in fase di rinnovo. Si richiede se è possibile tener conto delle “leggerezze” manifestate e della possibilità della loro reiterazione con l’inserimento di opportuni automatismi repressivi nella nuova AIA?
· La Città Metropolitana nella sua funzione di programmazione della gestione dei rifiuti, può scrivere il nuovo Piano ex Provinciale di Gestione Rifiuti (scaduto nel 2011) inserendo obbiettivi più virtuosi di quelli previsti nel Piano Regionale di recente approvazione?
· Perché ARPA Piemonte attese quasi tre mesi a ricercare nei filtri aria della stazione di Beinasco tracce di una sostanza radioattiva che ha tempi di emivita di otto giorni e che ha particolare affinità con la tiroide a cui si fissa?
· Al momento della comunicazione di ARPA Toscana, ovvero il 7 marzo 2017, non era ipotizzabile effettuare analisi sui filtri aria della stazione di Beinasco dei presunti giorni di emissione, 18 febbraio 2017, seppur con il breve tempo di emivita dello Iodio-131?
· In occasione della riunione dell’11 aprile 2017 del CldC, ARPA Piemonte aveva già ricevuto da oltre un mese la comunicazione da ARPA Toscana del rinvenimento del reagente radioattivo proveniente da TRM. Considerata l’omertà dei rappresentanti TRM, perché ARPA non informò i Sindaci e la Città Metropolitana dell’evento?
· Nell’ultimo rapporto trimestrale di TRM del 27 luglio 2017, inviato ad ATO-R e CldC, al punto 2. Atri Aspetti Gestionali di Rilievo, il gestore TRM dichiara: “si segnala che nel mese di giugno si sono ripresentate alcune criticità generate dai quantitativi anomali di mercurio…” . Tali segnalazioni vengono anche inviate ad ARPA, ai Sindaci e ASL in modo prioritario e non solo per tramite del CldC?
· Quando saranno disponibili il verbale e la registrazione audio della seduta CldC del 2 agosto 2017 e quali provvedimenti sono stati proposti?
Bisogna cambiare paradigma. Insistere ad investire sull’impiantistica di smaltimento che non ha un “piano B”, significa perseguire una politica economica lineare che provoca solo danni ai cittadini: economici, in attesa di constatare gli effetti moltiplicativi sulla salute delle tante piccole dosi di sostanze immesse nell’ambiente anche dall’incenerimento dei rifiuti.
Il nostro Mantra: Investire sulla prevenzione e riduzione dei rifiuti, ridurre lo spreco di cibo, in un’ottica di politica economica circolare, intervenire sui controlli e sulle emissioni di gas climalteranti, responsabilizzare cittadini e politici sulla limitata quantità di materie prime e sull’unicità del nostro pianeta.
Oscar Brunasso – Ass. Rifiuti Zero Piemonte-Zero Waste Piemonte