Le donne tunisine hanno lottato per decenni, sostenute dalle organizzazioni per i diritti umani nazionali e internazionali. Il 26 luglio, il Parlamento ha dato loro ragione approvando la legge sull’eliminazione della violenza sulle donne che, se applicata, potrà porre fine alla violenza di mariti, parenti ed estranei.
La legge definisce violenza contro le donne “ogni aggressione fisica, psicologica, sessuale o economica basata sulla discriminazione tra i due sessi” così come “la minaccia di tale aggressione”, “la privazione dei diritti e delle libertà, sia in pubblico che in luoghi privati”.
La legge, inoltre, introduce nuovi reati come le molestie sessuali in pubblico, prevede pene più pesanti per gli stupratori e multe per i datori di lavoro che discriminano le donne sul piano salariale. Infine, abolisce quell’odiosa garanzia d’impunità per lo stupratore che avesse sposato la sua vittima.
Come prevedono le linee guida delle Nazioni Unite sulle leggi relative alla violenza contro le donne, la nuova legge tunisina comprende misure di prevenzione e di protezione, come quella che autorizza le donne a chiedere un decreto restrittivo nei confronti di chi le perseguita anche in assenza di un procedimento penale o di una richiesta di divorzio.
Infine, la legge istituisce un’unità speciale dedicata alla violenza domestica all’interno delle forze di sicurezza e prevede l’incriminazione di un agente che eserciti pressione su una donna affinché ritiri una denuncia o non la presenti.