Riseminare e rimboschire le aree semidesertiche o devastate dagli incendi e, in generale, rimboschire il territorio. A questo scopo è nata nel 2012 a Cagliari l’associazione “L’uomo che pianta gli alberi” che, dalla sua fondazione, ha contribuito a seminare tre milioni di semi, a piantare seimila alberi e interrare trecentomila ghiande.
Dalla spinta propositiva di Anna Cadoni è nata l’Associazione “L’uomo che pianta gli alberi”, che dal 2012 si occupa in Sardegna di riseminare e rimboschire le aree semidesertiche o devastate dagli incendi, ora sempre più allarmanti a causa della siccità e della stagione calda. Ecco un esempio di come tutti noi, nel nostro piccolo e in compagnia allo stesso tempo, possiamo cambiare il corso degli eventi.
Anna Cadoni è un’imprenditrice agricola sarda originaria di Mandas. Famiglia contadina, sin da bambina è amante delle piante e degli alberi, tant’è che ha cominciato sin da allora a piantare e seminare alberi. È una signora timida e riservata, e come i più dolci paradossi dell’esistenza è quel tipo di persona che mi da la sensazione di avere tante cose da dire. Infatti ha contribuito a seminare tre milioni di semi e a piantare migliaia di alberi e ghiande. Bene, direi che è arrivato il momento di addentrarci nella storia di oggi!
L’Associazione “L’uomo che pianta gli alberi” è nata nel 2012 a Cagliari con l’obiettivo di riseminare e rimboschire le aree semidesertiche o devastate dagli incendi, in generale allo scopo di rimboschire il territorio. “Ho avuto l’ispirazione per fondare l’associazione quando ho visto il film ‘L’Uomo che piantava gli alberi’, una pellicola del 1987 di Frédérick Back tratta dal racconto allegorico omonimo di Jean Giono del 1953, in cui si racconta la storia di un pastore che, con impegno costante, riforestò da solo un’arida vallata ai piedi delle Alpi, vicino alla Provenza, nei pressi del villaggio di Vergons, nella prima metà del XX secolo”, ci racconta Anna Cadoni, che è la presidente e fondatrice dell’associazione. “La differenza rispetto al racconto è che invece che farlo da sola, nonostante l’abbia sempre fatto sin da bambina, volevo creare un gruppo ed essere in tanti ad iniziare la semina.
Lo scopo del seminare è certamente legato all’importanza del piantare alberi, ma soprattutto a seminare consapevolezza nel salvaguardare la nostra Terra. È importante rendersi conto del perché siamo arrivati alla crisi ecologica odierna e di come possiamo adoperarci tutti per cambiare le cose, non aspettando che qualcuno lo faccia al posto nostro. La Terra ci ospita, ci nutre, ci accoglie, grazie agli alberi possiamo respirare, mangiare: i boschi sono curativi anche con una passeggiata”.
Tre milioni di semi, trecentomila ghiande e seimila alberi
Nel 2014 l’Associazione “L’uomo che pianta gli alberi” si era prefissata un obiettivo ambizioso: interrare un milione di semi in un anno e piantare quanti più alberi possibili. Una sfida lanciata a livello nazionale e non limitata alla sola regione Sardegna. Ci racconta Anna come tutti i membri dell’Associazione “abbiano lavorato tantissimo, coinvolgendo anche le scuole e gli insegnanti che ovunque hanno piantato alberi: per realizzare ciò abbiamo fornito alle scuole argilla e semi gratuitamente. Abbiamo raggiunto l’obiettivo che ci siamo posti, anzi siamo andati oltre: abbiamo superato il milione di semi interrati e piantato tantissimi alberi. Dal 2012, anno della sua fondazione, l’Associazione di per sé ha contribuito a seminare tre milioni di semi, a piantare seimila alberi e interrare trecentomila ghiande.
Come si piantano i semi? Le palline di argilla
Per realizzare questo obiettivo, l’Associazione “L’uomo che pianta gli alberi” organizza frequentemente degli eventi aperti ai partecipanti: in un primo evento si preparano le palline di argilla che contengono il seme, che vengono poi lasciati ad essiccare. In un secondo evento si lanciano le palline nel terreno. “Seguiamo il metodo ideato dal botanico e filosofo giapponese Masanobu Fukuoka, utilizzato tra l’altro per rimboschire alcune aree semi-desertificate della Grecia” ci spiega Anna “I semi vengono messi nell’argilla, che viene poi bagnata con l’acqua. Si lavora poi l’impasto ottenuto come se si stesse lavorando il pane: si crea una consistenza né troppo morbida né dura. Noi interriamo semi della flora mediterranea: semi di Carrubo, di Fillirea, di Mirto e Ginepro, Querce, Corbezzoli, tutte piante e arbusti della flora mediterranea che si adattano benissimo al nostro clima in Sardegna.
Le persone che partecipano ai nostri eventi sono sempre più numerose, quando vengono ai nostri eventi se ne vanno poi con una soddisfazione interiore fortissima, perché capiscono che possono fare qualcosa per migliorare la loro vita e quella di tutti, non si sentono vittime della rassegnazione come capita ormai troppo spesso. Noi vogliamo che le persone, nel loro piccolo, si sentano protagoniste del cambiamento, così nel frattempo a questo scopo continuiamo ad organizzare eventi per seminare alberi e piante.
La sfida continua e continuerà sempre perché noi umani siamo in debito nei confronti della Terra, e siamo inoltre in ritardo rispetto a quello che potremmo fare per cambiare le cose davvero. Io vivo il piantare alberi e piante come un dovere, così’ come ho profondamente a cuore il far partecipare il maggior numero di persone”.