Oggi, 24 luglio 2017, alla Camera dei deputati, è stata discussa una mezz’oretta (dalle 14 alle 14.30) la mozione del M5S in materia di disarmo nucleare dell’Italia (vedi testo sotto riportato), prima firmataria Tatiana Basilio, deputata originaria di Brescia. Non si è arrivati al voto ma si è, in un certo senso, ripetuto il film che abbiamo visto il 18 luglio al Senato: le mozioni in qualche modo concordate con il movimento disarmista contestate, in nome della “centralità del Trattato di non proliferazione (TNP)”, dal Partito democratico (al Senato il voto del PD, insieme a quello della destra, le ha esplicitamente respinte).
Va segnalata una difformità di un certo rilievo: la mozione alla Camera del M5S a differenza di quella del Senato, primo firmatario Roberto Cotti, non fa cenno alla necessità, da parte dell’Italia, di firmare il nuovo, “storico”, accordo adottato il 7 luglio scorso alla Conferenza ONU di New York: il nuovo Trattato per la proibizione delle armi nucleari (voto favorevole di 122 Stati, potenze nucleari e NATO invece contrarie). La deputata Basilio ne ha fatto cenno, di striscio, solo nel suo intervento orale.
Alla Camera, con ogni evidenza, non è avvenuta la sensibilizzazione che i “Disarmisti esigenti” sono riusciti a generare in Senato: bisogna uscire da una vecchia impostazione nazionale (“fare gli interessi sovrani dell’Italia”) per accogliere invece il nuovo punto di vista della comune umanità. Qui sta il cuore della cultura di pace, che impara a percorrere il cammino della nonviolenza. Prima viene il diritto dell’Umanità, intesa come unico soggetto collettivo, ad essere liberata dalle minacce che pendono contro la sua sopravvivenza (nel contesto del rispetto della Madre Terra); dopo vanno considerate le esigenze dei singoli Stati, che comunque non possono e devono essere esercitate mettendo a rischio i beni comuni di tutti, ed in primo luogo il bene dei beni: la vita stessa. Questo principio è stato affermato nel diritto ambientale internazionale, in particolare quando è stato adottato, il 12 dicembre 2015, l’accordo di Parigi sul clima globale. Ed è per questo che i Disarmisti esigenti saranno presenti alla COP 23, che si svolgerà dal 6 al 17 novembre a Bonn, con lo scopo di andare avanti nell’attuazione degli accordi di Parigi, ripudiati dal nuovo presidente USA, Donald Trump.
Il disarmo nucleare, indispensabile se si tiene conto che occorre liberarsi degli ordigni atomici prima che essi distruggano l’Umanità e forse la stessa biosfera (la guerra nucleare può essere scatenata persino per caso, per incidente o per errore di calcolo), deve essere perseguito anche con atti indipendenti nazionali o di blocchi di Stati che compiano il primo passo nella direzione giusta. Ecco perché è nostro l’obiettivo, indicato anche nella mozione Basilio, che l’Italia dichiari l’indisponibilità ad utilizzare armi nucleari (ed a minacciarne l’utilizzo! – ndr) escludendo l’acquisizione, per i propri sistemi d’arma, di tecnologie in grado di rendere gli stessi atti all’impiego di armi nucleari. Si tratta di uscire dalla condivisione nucleare NATO, di rispedire al mittente americano le B-61 di Ghedi ed Aviano in via di ammodernamento e predisposte per i nuovi F35 che stiamo comprando (ed in parte anche producendo), di prevedere il divieto di attracco in porti e moli nazionali di navi o sommergibili, anche di Paesi alleati, che possano portare a bordo armi nucleari.
Alfonso Navarra (LDU) email alfiononuke@gmail.com ed Antonia Sani (WILPF Italia) – portavoci dei Disarmisti esigenti – cell. 340-0736871 oppure 349-7865685
Testo mozione Basilio ed altri n. 1-01081 (gruppo M5S)
Link alla fonte: http://aic.camera.it/aic/scheda.html?core=aic&numero=1/01081&ramo=C&leg=17
Dati di presentazione dell’atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 537 del 16/12/2015
Firmatari
Primo firmatario: BASILIO TATIANA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 14/12/2015
ATTO MODIFICATO IL 20/07/2017