Graziano da Silva ha fatto notare come quasi il 60% delle persone che soffrono la fame viva in paesi colpiti da conflitti armati e dagli effetti del cambiamento climatico.
La FAO allo stato attuale individua 19 paesi in una situazione di crisi prolungata, spesso anche aggravata da eventi climatici estremi come siccità e inondazioni.
La FAO ha segnalato un elevato rischio di carestia nel nord-est della Nigeria, in Somalia, nel Sud Sudan e in Yemen con 20 milioni di persone gravemente colpite.
La capacità di queste popolazioni prevalentemente rurali di sostenersi è stata bruscamente interrotta e “molti di loro non hanno avuto altra scelta se non incrementare le statistiche dell’emigrazione”, ha dichiarato Graziano da Silva.
“Il forte impegno politico per sradicare la fame è fondamentale, ma non basta”, ha detto. “La fame sarà sconfitta solo se i paesi traducono i loro impegni in azione, soprattutto a livello nazionale e locale”.
“La pace è ovviamente la chiave per porre fine a queste crisi, ma non possiamo attendere la pace per agire” e la FAO, il Programma Alimentare Mondiale e il Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo stanno lavorando duramente per aiutare le persone vulnerabili. “È estremamente importante garantire che queste persone abbiano le condizioni per continuare a produrre il proprio cibo. Le persone rurali vulnerabili non possono essere lasciate indietro, soprattutto i giovani e le donne “.
La Conferenza della FAO (3-8 luglio), il più alto organo direttivo dell’organizzazione, esaminerà e voterà il programma di lavoro e il bilancio, e affronterà le aree prioritarie relative all’alimentazione e all’agricoltura. Partecipano circa 1.100 delegati, tra cui un Capo di Stato, un Primo Ministro, 82 ministri e numerosi rappresentanti delle organizzazioni internazionali, del settore privato e della società civile.
Tra le priorità della FAO per i prossimi due anni vi sono la promozione di un’agricoltura sostenibile, la mitigazione e l’adattamento al cambiamento climatico, la riduzione della povertà, la scarsità idrica, la migrazione e il sostegno alle popolazioni rurali colpite da conflitti armati, oltre a tutto il lavoro in atto sull’alimentazione, la pesca, la silvicoltura e la resistenza antimicrobica.
Occorre un ampio sostegno e passare all’azione
La prospettiva della peggiore crisi alimentare dalla seconda guerra mondiale – che sta colpendo il nord-est della Nigeria, la Somalia, il Sud Sudan e lo Yemen – significa “che non dobbiamo rassegnarci ma fare nuovi e maggiori sforzi “, ha dichiarato il Presidente del Consiglio italiano Paolo Gentiloni, che ha descritto l’obiettivo dell’ONU di Fame Zero come un modo per raggiungere la pace, la giustizia e l’uguaglianza, e preservare il mondo per il futuro.
Il Presidente Gentiloni ha fatto appello a tutta l’Europa per condividere l’onere italiano dei grandi arrivi di immigrati lungo le coste, per essere “fedeli alla propria storia, ai propri principi e alla civiltà”. Ma gli sforzi di sviluppo devono andare oltre alla risposta alle emergenze, ha affermato.
“Non possiamo salvare le persone mettendole in campi”, ha poi insistito Graziano da Silva. “Per salvare vite, dobbiamo salvare i loro mezzi di sussistenza”.
Papa Francesco ha espresso un forte sostegno all’agenda della FAO, sottolineando la necessità di solidarietà e di riconoscimento dei diritti umani. “Siamo tutti consapevoli che l’intento di assicurare loro il pane quotidiano non è sufficiente – è imperativo riconoscere che ognuno ha il diritto al cibo”, ha detto il Pontefice nella sua nota letta dal cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato Vaticano.
Papa Francesco, ha annunciato che visiterà la FAO in persona in occasione della Giornata mondiale dell’Alimentazione, il 16 ottobre 2017.
Achim Steiner, Direttore del Programma Ambiente delle Nazioni Unite (UNEP) per un decennio fino al 2016, ed attualmente Amministratore del Programma di Sviluppo delle Nazioni Unite (UNDP), ha tenuto la McDougall Memorial Lecture dando riconoscimento all’economista australiano che è stato un efficace sostenitore della creazione della FAO.
L’agricoltura può rappresentare solo il 4% del prodotto interno lordo globale, ma il suo ruolo reale è molto più grande e si estende su “narrazioni straordinarie” di persone, terre e culture, ha detto Steiner in una lecture focalizzata sulla futura economia agricola a seguito dell’Accordo di Parigi sul cambiamento climatico. Una politica inadeguata e una scarsa attenzione agli stanziamenti verso un settore attualmente colpito da elevati livelli di sprechi e dall’erosione delle risorse naturali, riflette una “strategia ad alto rischio”, ha concluso.