Cinquemila persone di 45 paesi hanno dato l’inquadramento al presidente Evo Morales nell’inaugurazione della Conferenza mondiale dei Popoli “Per un mondo senza muri verso la cittadinanza universale”.
Ripetutamente interrotto dagli applausi dei partecipanti, Morales durante il suo discorso ha detto:
“Sorelle e fratelli, i muri sono un attentato all’umanità. I muri tra i popoli non proteggono, portano allo scontro. I muri tra i popoli non uniscono, dividono. I muri tra i popoli non rispettano, aggrediscono. I muri tra i popoli non liberano, asfissiano. I muri tra i popoli non rendono uguali, discriminano. I muri incentivano la paura, lo scontro e il razzismo. Sorelle e fratelli, i muri vanno contro la storia dell’umanità. I muri mutilano la scienza e la conoscenza. I muri rinchiudono l’anima, accendono l’odio verso la differenza, annegano la libertà. Nessun paese del mondo ha trionfato alzando muri, ha solo certificato e prolungato la propria decadenza. Nessuna società progredisce isolata, nessuna nazione è grande se si chiude. L’essere umano, la conoscenza scientifica, l’etica, i valori fondamentali di qualunque società sono sempre cresciuti alimentati dalla libera circolazione planetaria di idee e di persone. In fondo, per sua natura, l’essere umano è un essere migrante. Le società e le nazioni sono state costruite grazie alla mescolanza creativa dei migranti che si sono arricchiti delle capacità degli antenati. Così come non ci sono muri per il bene, così come non ci sono muri per la pioggia, così come non ci sono muraglie per le parole, neppure possono esserci muri per le persone e le famiglie nel mondo”.