L’Ambasciata di Palestina in Italia denuncia gli arresti e le successive espulsioni ordinate dalle autorità di occupazione israeliane nei confronti di leader di Al Fatah e attivisti palestinesi.
Alcuni di loro, arrestati durante le legittime proteste che sono seguite alle cosiddette “misure di sicurezza” imposte da Israele all’interno della Città Vecchia di Gerusalemme Est Occupata, sono stati rilasciati domenica 23 luglio, ma è stato loro proibito di fare ingresso nella Moschea di Al Aqsa e in tutta la Città Vecchia per almeno 10 giorni, di concedere interviste per i prossimi 50 giorni e di usare i social media per almeno 30 giorni. Si tratta di due membri del Consiglio Rivoluzionario di Al Fatah – il leader del movimento a Gerusalemme, Hatem Abdul-Qader e il suo segretario, Adnan Ghaith, costretti a pagare anche 1.250 euro di cauzione – e di tre attivisti: Nasser Al Hadmi, Nasser Ajaj e Muhammad Al Hawa.
Sabato 22 luglio era stato rilasciato il capo del Comitato per le Famiglie dei Prigionieri di Gerusalemme, Amjad Abu Asab, anche lui a condizione che non rimettesse piede nella Spianata delle Moschee e nella Città Vecchia per almeno 15 giorni. Stessa proibizione era toccata all’attivista Madlin Issa, proveniente dal villaggio palestinese del 1948, Kafr Qasim, e a 18 impiegati del Waqf, l’autorità religiosa competente per questi luoghi sacri.
L’Ambasciata di Palestina in Italia si unisce alle dichiarazioni della Lega Araba per cui le misure adottate da Israele oltre a colpire i palestinesi stanno causando scontento in tutto il mondo arabo e musulmano, rischiando di scatenare una grave crisi che coinvolgerebbe entrambi.
L’Ambasciata di Palestina in Italia