Anna Cassarino ci racconta come impara dagli alberi e insegna agli altri a fare altrettanto. Per fare in modo che la consapevolezza di essere un tutt’uno con l’ambiente che ci circonda divenga la molla per cambiare in meglio.
“In natura si trova abbondante ispirazione per ogni forma creativa e vorrei attirare l’attenzione su una tale risorsa fondamentale, capace di dare all’energia, anche negativa, uno sbocco costruttivo. Tutte le arti mi piacciono, ma preferisco la scrittura e la narrazione, anche perché con la parola si riesce a trasmettere meglio il sapere”. Si presenta così Anna Cassarino, scrittrice e artista della natura, ideatrice del progetto A scuola dagli Alberi che nasce nel 2001 ma che si forma pian piano in tutta una vita. Anna ci spiega chi sono gli alberi e come essi, se solo li ascoltassimo e li osservassimo, ci indichino la strada che porta alla conoscenza del nostro ambiente e di noi stessi. Da qui le soluzioni di molti dei problemi che ci sembrano senza soluzione: dalla relazione con gli altri all’inquinamento, la fame, la desertificazione dei territori. Il lavoro di Anna continua ininterrottamente e con passione da allora, con un camper diventato la sua casa-studio mobile, viaggia in tutte le provincie per studiare e diffondere gli argomenti che ha profondamente a cuore.
Che cos’è il progetto A scuola dagli Alberi?
Il progetto A Scuola dagli Alberi è una possibilità data a tutti di conoscere aspetti basilari sul funzionamento della natura nelle sue diverse forme, vale a dire piante, animali, fenomeni naturali e umanità. La precedenza è data agli alberi, gli esseri viventi dall’effetto complessivo maggiormente benefico per ogni forma di vita. Grazie a quelli giusti nel posto giusto e trattati bene, ciascuno potrebbe contribuire ad attenuare molti dei problemi che ci affliggono, come frane, alluvioni, desertificazione, inquinamento, malattie, fame. Purtroppo, però, dalla nostra istruzione ed educazione sono esclusi i due argomenti che ritengo più importanti: conoscere se stessi e la natura. Per questo gli alberi sono spesso misconosciuti e maltrattati, così come ogni altra forma di vita, compresa l’umanità.
Com’è nato, quando e dove?
E’ un progetto che si è formato in tutta una vita di ricerca in molte direzioni. Nel 2001, a 48 anni avevo una bella casa e un lavoro autonomo e soddisfacente, ma mi ero resa conto che non sarebbe bastato a migliorare qualcosa nella società. Mi è sembrato che il solo modo per riuscirci fosse dedicarmici a tempo pieno. Così ho venduto il mio appartamento per finanziare un progetto che altrimenti non si sarebbe mai potuto avviare. Nell’agosto del 2002, lasciata Firenze dove avevo abitato per molti anni, sono partita per il Madagascar, primo dei quattro Paesi, col Mali, il Senegal e Cuba, fra cui avrei scelto di realizzare l’idea, se avessi trovato un appoggio, che invece è mancato. Dopo nove mesi sono tornata in Italia e, con un camper diventato da allora la mia casa-studio mobile, ho iniziato a viaggiare in tutte le provincie per studiare e diffondere gli argomenti che ho a cuore.
A chi si rivolge?
Si rivolge ad ogni tipo di pubblico, dai dieci anni in poi. Infatti ho dato una forma narrativa a conoscenze scientifiche di base particolarmente interessanti e al tempo stesso utili, per dimostrare quanto basti sapere anche poco, ma ben selezionato, per essere in grado di fare scelte più giuste per l’ambiente, oltre che per sé.
Chi è l’albero?
L’albero è un essere vivente che per le sue dimensioni, dai cinque ai centoventicinque metri di altezza, la sua longevità, dagli ottant’anni ai tremila, per le sue tante funzioni e capacità, influisce molto sull’intero ambiente. Gli studi scientifici hanno provato che è in grado di comprendere ciò che avviene intorno e dentro di lui e sa rispondervi con efficacia. Sa esprimersi e intendere con odori, colori, forme e suoni, stringendo alleanze con altri vegetali e animali.
Che cosa possono insegnarci gli alberi?
Possono insegnarci anzitutto che chi è davvero autonomo sa provvedere meglio anche agli altri e ottenere ciò di cui ha bisogno attraverso lo scambio e senza sfruttamento. Come tutti i vegetali, infatti, gli alberi producono il proprio cibo trasformando l’anidride carbonica in linfa dolce e nutriente, con l’aggiunta di acqua e sali minerali, utilizzando l’energia solare. Già solo con questo sono molto più autonomi di qualsiasi animale o umano, senza che altri ne facciano le spese. Per farsi aiutare dagli insetti, dagli uccelli, da altri animali e vegetali, oltre che dai funghi, ad ottenere certi vantaggi, predispongono esattamente ciò di cui questi alleati hanno bisogno, facendo in modo che, mentre ne usufruiscono, svolgano anche la funzione desiderata, senza particolare sforzo.
Come è strutturata la scuola e chi sono gli allievi?
La scuola è fatta in modo da essere frequentabile da chiunque, prima di tutto attraverso il mio sito www.ascuoladaglialberi.net dove ci sono rubriche con articoli utili. Poi ci sono i sette libri che ho pubblicato, importanti per approfondire i diversi temi e acquistabili via mail. Conduco laboratori, conferenze, narrazioni e faccio mostre didattiche di volta in volta per parchi, associazioni, biblioteche. In realtà la mia è la “pre-scuola”, che dà gli strumenti per capire più facilmente quella vera, della natura, quando la si osserva con l’opportuna preparazione.
Quali sono gli obiettivi del progetto?
Gli obiettivi sono quelli di invogliare e incoraggiare le persone a occuparsi anche di ciò che non dà risultati immediati, (a parte il piacere del conoscere), ma è indispensabile per il bene comune, che è in realtà quello di ciascuno, fatto in modo lungimirante. Lo si raggiunge avendo buoni obiettivi a lungo termine, per i quali è necessaria una conoscenza come quella che cerco di dare. Sono in tanti a pensare di non avere tempo per questo, mentre in realtà subiscono un condizionamento sociale da cui potrebbero liberarsi. Per farlo occorre conoscere meglio i meccanismi della mente e dunque ho curato molto anche la sezione che si occupa della conoscenza dell’animo umano, attraverso articoli e recensioni di libri e film che aiutano a capire.
Esistono progetti simili al tuo all’estero?
Che io sappia non esistono altri progetti del genere. Nonostante ce ne siano molti che si occupano di ecologia, non ne conosco che lo facciano con modalità artistiche, se non in modo molto più limitato. Oppure ci sono scienziati che fanno un lavoro divulgativo egregio, ma più avanzato e dunque accessibile da chi ha già una certa preparazione, mentre io mi rivolgo a chi non ne ha. Pochi si occupano di alberi e quelli che lo fanno, di solito operano in modo settoriale, trattando per esempio solo gli alberi monumentali o i giardini, oppure facendo un lavoro principalmente di denuncia, di protezione o di azione senza preparazione specifica. Io cerco invece di collegare, di coordinare un sapere basilare su vari aspetti sia degli alberi che di ciò che con loro interagisce. Inoltre do molto spazio alla conoscenza dell’animo umano, che è normalmente è un settore a sé e trattato in modo diverso dal mio.
Che valore ha in questo preciso momento storico il suo progetto?
Potrebbe davvero essere utile anche per tutti i progetti già esistenti, oltre che per ogni tipo di persona, perché apre prospettive sorprendenti sulla vita. Permetterebbe di migliorare il terreno sociale da cui far emergere rappresentanti più consapevoli e più attenti, che sappiano prendere decisioni più sensibili al bene comune.
E’ possibile mettersi in comunicazione con gli alberi? Ci sono persone che pensano che lo sia, che abbracciano gli alberi o parlano con essi in una sorta di collegamento telepatico. Cosa ne pensa? A lei è mai accaduto?
Il genere di comunicazione che ho con gli alberi è anzitutto di tipo espressivo- visuale. Osservandoli, accorgendomi delle loro qualità e di come hanno reagito agli eventi della vita, sviluppandosi in un modo più o meno espressivo, mi sento toccata. Proprio questo tipo di contatto ha suscitato il mio desiderio di conoscere e far conoscere le loro straordinarie virtù, avendone gioia e conforto. E’ possibile che le piante si accorgano di questo, perché ogni nostra attività nervosa produce un lieve impulso elettrico e una reazione chimica odorosa che loro sono in grado di percepire. Tocco e annuso volentieri le foglie, i fiori e il legno, ma raramente li abbraccio perché un fusto d’albero è pur sempre duro e ruvido.
Ci può dire qual è il costo delle sue attività?
Ritengo di chiedere compensi modesti, ma è davvero difficile azzeccare la cifra giusta, perché gli interlocutori sono diversi e hanno risorse economiche estremamente variabili, che fanno giudicare le richieste a prescindere da ciò che offro.
Lei come sostiene tutto questo lavoro?
Se intende come lo sostengo economicamente rispondo: con grande fatica, perché in troppi dicono di non avere fondi disponibili.
C’è risposta da parte delle istituzioni?
E’ scarsa, purtroppo.