Finalmente il provvedimento sullo Ius Soli è arrivato nell’Aula del Senato, dopo un stallo di quasi due anni e tredici anni di discussione in parlamento.
Le immagini della bagarre in aula messa in atto da alcuni senatori leghisti che hanno assaltato i banchi del governo, tanto riprovevole ed emblematico della mancanza di uno spirito istituzionale che chiunque deve avere all’interno delle aule parlamentari, sono una vergogna che deve essere superata e abbattuta continuando a lottare per la giustizia e la civiltà.
L’approvazione da parte del Senato della nuova legge sulla cittadinanza che introdurrebbe nell’ordinamento italiano lo Ius Soli temperato – che riconosce come italiano il bambino nato e cresciuto in Italia da genitori già stabilmente nel nostro Paese con certi paletti e non è immediato – e lo Ius Culturae – che consente di accedere alla cittadinanza anche a quei bambini arrivati in Italia prima dei 12 anni di età che hanno concluso un ciclo di cinque anni di scuola nella penisola –, sarebbe davvero il segno che questa nostra Italia sta cambiando in meglio, e rappresenterebbe il primo passo verso una legge di civiltà che l’Italia sta aspettando da anni.
Non è, infatti, più accettabile che tanti giovani stranieri di seconda generazione, nati e cresciuti in Italia, non possano godere degli stessi diritti di cittadinanza di tutti gli italiani. Questa legge va approvata, soprattutto perché restituirebbe dignità a un milione di bambini e giovani senza cittadinanza nella loro stessa patria, liberando da emarginazioni e discriminazioni giovani che contribuiscono concretamente allo sviluppo economico e sociale dell’Italia.
In Piemonte, ai dati del 1° gennaio 2016, i minorenni erano 72.166 – in aumento rispetto all’anno precedente (71.905) – e rappresentavano il 25,7% della popolazione non comunitaria regolarmente soggiornante. Questo dato rivela come anche nella nostra regione più di un quarto degli stranieri non comunitari sia rappresentato da bambini e ragazzi che crescono come tutti gli altri italiani, studiano e giocano con i nostri figli, fratelli, nipoti, ma non hanno gli stessi diritti e non sono considerati italiani pur sentendosi tali. Questa legge non permetterà a tutti questi bambini in automatico di ottenere la cittadinanza perché sussistono molte limitazioni, ma è comunque un primo passo importante per il superamento di questa situazione discriminatoria.
Il movimento Italiani Senza Cittadinanza Torino e il Comitato L’Italia Sono Anch’io Piemonte hanno deciso perciò di indire una mobilitazione allegra e colorata per il 21 giugno 2017, in contemporanea con Roma e il Senato, per sostenere l’approvazione della legge e far sentire anche da Torino la loro voce.
Dalle 17 in piazza Castello un flash mob per rappresentare la libertà di circolazione e il diritto di voto, due “privilegi” di cui i bambini e i ragazzi senza cittadinanza non possono godere.
Con la speranza di poter tornare in piazza al più presto, questa volta per festeggiare il riconoscimento “dei figli e delle figlie invisibili” di questa società.