La gestione dei rifiuti non è un problema solo dei Paesi arricchiti e in economie emergenti come l’India enormi volumi di scarti solidi finiscono direttamente negli oceani, dove, come fa notare il Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (Unep), danneggiano flora e fauna “in modi che gli scienziati stanno solo iniziando a capire”. Per questo celebrando la Giornata mondiale dell’ambiente lo scorso 5 giugno, il primo ministro dell’India Narendra Modi, ha esortato gli indiani a ritrovare il “Contatto con la natura” e riconoscere “L’importanza dell’ecologia per il benessere umano” trasformando così le iniziative tese alla tutela dell’ambiente in “Una enorme spinta per migliorare la gestione dei rifiuti” anche nel secondo Paese più popoloso del mondo. Per convincere gli indiani ad occuparsi di più e meglio dell’ambiente che li circonda, il premier della destra induista ha citato anche il Mahatma Ghandi sottolineando che “Ogni volta che si entra in contatto con una condizione naturale, un nuovo spirito emerge da dentro di noi. Quindi, la campagna globale di connessione con la natura, il 5 giugno, dovrebbe diventare la nostra campagna individuale e quotidiana. Se proteggeremo l’ambiente, le nostre generazioni future raccoglieranno i benefici”.
Per l’Unep “L’India e i suoi 1,3 miliardi di persone sono diventati dei forti sostenitori della Giornata mondiale dell’ambiente, il giorno più importante delle Nazioni Unite per aumentare la consapevolezza sui problemi ambientali e guidare l’azione per affrontarli” e non è un caso se l’India ha ospitato le celebrazioni ufficiali nel 2011 e suoi amministratori, imprenditori e cittadini fanno registrare ogni anno molte centinaia di eventi a tema durante la Giornata dell’ambiente. Proprio quest’anno Modi ha annunciato una grossa iniziativa del governo indiano per migliorare la gestione dei rifiuti a partire da giugno, quando le autorità installeranno contenitori colorati per la raccolta differenziata in 4.000 città incoraggiando la popolazione a separare i rifiuti solidi dai rifiuti compostabili e garantire che possano essere riciclati o riutilizzati, per esempio come fertilizzante. “Dobbiamo sempre considerare questi rifiuti come una risorsa e una ricchezza. Non vederli solo come spazzatura – ha ricordato Modi – Una volta che inizieremo a guardare la spazzatura e i rifiuti come una ricchezza, potremo sperimentare anche le più recenti tecniche di gestione dei rifiuti”.
Un problema particolarmente acuto in una delle più grandi metropoli dell’India e del mondo: Mumbai. Qui un giovane avvocato, Afroz Shah, nel 2015 ha avviato un’azione comunitaria con una rete di organizzazioni e privati cittadini per rimuovere i cumuli di rifiuti in decomposizione che si erano spiaggiati e avevano trasformato la spiaggia di Versova in una enorme discarica. L’iniziatva di Shah è stata così trascinante che alla pulizia della spiaggia si sono uniti sia i volontari delle baraccopoli, che le stelle di Bollywood, e in due anni hanno raccolto più di 4.000 tonnellate di rifiuti lungo i 2,5 km di litorale. Per questo l’Unep ha voluto riconoscere il grande valore comunitario, civile e ambientale dell’iniziativa e ha insignito quest’anno Shah del prestigioso premio Champions of the Earth visto che “ha contribuito ad aumentare la consapevolezza dell’opinione pubblica indiana sul crescente problema dei rifiuti marini, che è al centro della campagna Clean Seas dell’Unep”. Lo stesso Modi ha elogiato il giovane avvocato per la sua capacità di gestire più di 1.500 volontari che hanno bonificato una spiaggia che era “Rinomata per la sua sporcizia”, trasformandola “In una spiaggia pulita e bella” attraverso “un esempio ispiratore” di come anche l’India e gli indiani possono affrontare e risolvere i problemi legati a questa forma di inquinamento.
Di fatto a Versova l’intera comunità si è impegnata in prima persona per restituire alla città e ai turisti la fruibilità della lunga spiaggia dorata resa fino a pochi mesi fa invisibile dai cumuli di plastica, vetro, lattine e altri rifiuti abbandonati o portati dalla marea. “Spero che questo sia solo l’inizio per le comunità costiere dell’India e del resto del mondo”, ha dichiarato Shah. “Dobbiamo vincere la guerra contro la trasformazione del mare in discarica e dobbiamo farlo sporcandoci le mani. Noi esseri umani dobbiamo riaccendere il nostro legame con l’oceano e non c’è bisogno di aspettare che qualcun altro ci aiuti a farlo”. Se quello che si è da poco concluso sulla spiaggia indiana di Versova è stata una delle più grandi bonifiche mondiali, le iniziative per bonificare dai rifiuti aree naturali sono state tra le più numerose nelle migliaia di attività organizzate in tutto il mondo per la Giornata mondiale dell’ambiente 2017 e in India hanno interessato anche la pulizia del lago cittadino di Nainital, le rive del fiume Mutha a Pune e sulla spiaggia di Thiruvananthapuram.
Oggi la questione della gestione e dello smaltimento dei rifiuti ha assunto una dimensione sempre più preoccupante a livello internazionale ed è la diretta conseguenza dell’attuale sistema economico e sociale fondato sulla continua crescita della produzione e del consumo. E mentre proviamo a costruire un sistema economico in grado di minimizzare la produzione di rifiuti e si incentivano le iniziative di informazione e formazione mirate al cambiamento degli stili di vita, le iniziative dello scorso 5 giugno sono state un bellissimo esempio di attivismo ecologista, utile per non fare della celebrazione della Giornata mondiale dell’ambiente, istituita nel 1972 dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite, la solita occasione ad uso e consumo della retorica ambientalista di una certa politica.